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Mezzo secolo senza don Nello: Pieve di Cagna ricorda il suo storico parroco

Cerimonia commemorativa per don Nello Ligi a Pieve di Cagna, con l'arcivescovo Salvucci e autorità civili e militari.

Cerimonia commemorativa per don Nello Ligi a Pieve di Cagna, con l'arcivescovo Salvucci e autorità civili e militari.

Cerimonia commemorativa per don Nello Ligi a Pieve di Cagna, con l'arcivescovo Salvucci e autorità civili e militari.

Mezzo secolo senza don Nello. Per gli abitanti di Pieve di Cagna, almeno quelli non proprio giovani, sembra di averlo salutato l’altro ieri; anzi di averlo sempre vicino. Infatti le opere, la memoria e l’eredità di don Nello Ligi, storico parroco della frazione per trentaquattro anni, rimangono ancora, solo appena scalfite dallo scorrere del tempo, mentre lui ha lasciato il mondo terreno nel lontano novembre 1974. E domenica don Nello sarà ricordato con una cerimonia nella sua chiesa dedicata a san Giovanni Battista, alle ore 10,30, presieduta dall’arcivescovo Sandro Salvucci, alla presenza delle autorità civili e militari.

La figura di don Nello Ligi è di quelle che non si dimenticano e non vanno dimenticate: non a caso gli è stata intitolata una via e una lapide in sua memoria nella chiesa. Classe 1915, ordinato sacerdote a 25 anni nel 1940, viene subito destinato alla parrocchia di Pieve di Cagna dall’arcivescovo Antonio Tani. La sede all’epoca era di prestigio, tra le chiese “di campagna“: a Pieve facevano capo altre otto parrocchie, di cui don Nello diverrà poi vicario foraneo. Arriva subito la guerra, e don Nello attraversa le linee minate e sfida il coprifuoco per parlare coi comandi tedeschi per intercedere per questo o quel prigioniero, fino ad offrirsi lui stesso per la fucilazione al posto di un giovane che poi venne ucciso.

Passato il fronte, don Nello si attiva per la ricostruzione della facciata della chiesa; poi erige i tre altari nuovi all’interno, fonda l’Azione Cattolica, dà vita all’oratorio, ad un teatrino e a un cinema parrocchiale. Costruì il primo campo sportivo e soprattutto il primissimo asilo parrocchiale di tutta la diocesi: ma non lo fece fare a una ditta, bensì fondò un corso per muratori e il cantiere-scuola fu proprio il nuovo asilo. La scuola per muratori, così come un corso di cucito per le ragazze, erano il frutto delle sue idee di dare modo a tutti di lavorare, in pieno boom economico ma in una frazione fino ad allora totalmente agricola. È grazie alla sua caparbietà se a Pieve aprirono prima l’ufficio postale e poi la farmacia.

Grazie al patronato Acli poteva seguire le pratiche lavorative dei suoi parrocchiani: era per tutti un angelo custode, tanto che si recava persino in Svizzera a visitare gli emigrati. La sua preparazione culturale e teologica era notevole, e lo dimostrava non solo nelle omelie, ma anche nell’aiuto a tanti studenti universitari per esami o tesi. Un prete d’altri tempi.

Giovanni Volponi

Nella foto: don Nello Ligi al Palazzo Ducale con gli allievi muratori