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Messa di Natale, l’orario non è un dogma "Ma stiamo pensando di aprire il cinema"

L’idea di don Giuseppe Fabbrini della parrocchia di Loreto. Altrove si pensa ad altoparlanti esterni e sedie aggiuntive sul sagrato

La proposta di anticipare la messa della notte di Natale non è uno sconquasso per i sacerdoti pesaresi, tutt’altro. "L’orario della mezzanotte è una tradizione non un dogma" dice Don Michele Rossini, che regge la parrocchia di Cattabrighe.

E Don Marco Di Giorgio, nuovo parroco di Montecchio, rincara la dose: "E’ una discussione sul nulla, che problema c’è? Il Papa sono anni che la celebra la Messa di Natale alle 21 in Vaticano". E aggiunge: "Il Natale inizia dai primi vespri del 24 dicembre, per cui si può già considerare valida qualsiasi celebrazione inizi dopo le 17,30: chi dice il contrario non conosce la liturgia, cerca solo la polemica".

Don Michele poi tocca anche un altro aspetto: "Non cambia molto, sempre messa natalizia è. E per tanti sacerdoti, anche anziani, che il giorno dopo devono celebrare diverse funzioni, sarebbe anche meglio per poter riposare un po’".

I pensieri di Don Giuseppe Fabbrini, storico parroco di Loreto, sono diretti su altre problematiche: "Stiamo aspettando il nuovo Dpcm, la Cei sta trattando col Ministero degli Interni, noi ci atterremo alle regole" la sua premessa. E poi: "Il timore è che arrivi troppa gente, le chiese a Natale si riempiono sempre, perché è una tradizione alla quale tanti tengono, ma i posti saranno comunque contingentati come sono in tempi di Covid".

Per cui a Loreto stanno pensando ad una soluzione alternativa mai sperimentata prima: "Quella di aprire il cinema di Loreto, che consentirebbe ad altre 160 persone di assistere alla Messa sul grande schermo. L’idea l’avevamo già avuta per le messe domenicali, che trasmettiamo in diretta streming, ma finora abbiamo preferito soprassedere. Siccome però la sala è parrocchiale, per Natale credo che la utilizzeremo, poi un sacerdote potrebbe entrare per distribuire la comunione".

A Cattabrighe, dove questa possibilità non ce l’hanno e in chiesa sono ammesse un centinaio di persone per il distanziamento, Don Michele utilizzerà il sagrato: "Capisco che è freddo, ma dobbiamo comunque dare un’altra possibilità a chi rimane fuori: metteremo delle sedie e delle casse perchè l’audio si possa ascoltare all’esterno".

Sulla questione dell’orario questo è il suo pensiero: "La prima lettura della notte di Natale fa riferimento al popolo che, camminando nelle tenebre vide una grande luce; dunque si parla genericamente di notte, perciò se dovessimo celebrare alle 22, o anche prima, non andiamo a stravolgere un dogma. L’importante è che si possa celebrare la messa di Natale".

Un pensiero condiviso anche da Don Adelio Battarra, che pur essendo di una generazione precedente, è sempre stato molto aperto come mentalità: "Sono per la linea morbida - dice - d’altronde in alcune zone già celebravano alle 22. Magari sarebbe utile sapere a che ora sarà il coprifuoco, in modo da poter decidere un orario uguale per tutti e dare modo alle famiglie di rientrare a casa in tempo. Certo, un pizzico di atmosfera si andrà a perdere se dovessimo celebrare la messa di Natale alle otto di sera, ma in questo momento la sicurezza e la salute delle persone, quindi anche dei fedeli, vengono prima di tutto".

Don Marco Di Giorgio, fra l’altro, pensa che proprio il Covid potrebbe tener lontana una parte della gente che partecipa alle celebrazioni natalizie: "Montecchio è una realtà viva e avevo pensato di mettere un altoparlante all’aperto per chi non riuscirà ad entrare in chiesa. Ma vedo che c’è anche un sacco di gente che ha paura, quindi forse non ci saranno gli assembramenti che qualcuno teme".

Elisabetta Ferri