DANIELE SACCO
Cronaca

Medioevo bistrattato dagli snob

Questa volta non vorrei trattare un particolare evento storico riferibile al Medioevo, mi piacerebbe scrivere "a ruota libera", attuando uno...

Questa volta non vorrei trattare un particolare evento storico riferibile al Medioevo, mi piacerebbe scrivere "a ruota libera", attuando uno stream of consciousness, tecnica narrativa che manifesta i pensieri così come si palesano, senza filtri o riletture. Occuparsi di Medioevo non è semplice, si è spesso emarginati, come dei figli di un Dio minore, dei veri e propri "paria".

Non è soltanto snobismo, si tratta di vero e proprio razzismo accademico. Perciò il fatto che questo quotidiano ospiti una rubrica sul Medioevo non è soltanto encomiabile, ma talmente avventato da rasentare l’incredibile. La domanda che mi pongo è sempre la stessa: "Daniele, quanti leggeranno mai una rubrica sul Medioevo? I “secoli bui“, la “barbarie“, la superstizione". La risposta è sempre la stessa: "“Tin bota prof.“, è una delle poche occasioni che ha il Medioevo per riscattarsi, per farsi apprezzare, per farsi comprendere".

Fortunatamente, da alcuni anni, ci ha pensato un collega già docente di storia medievale, Alessandro Barbero, a condurre il Medioevo nelle piazze, in tv, con modo colloquiale, affabile, didascalico, da cantastorie, divenendo uno splendido fenomeno comunicativo intergenerazionale. Per fare ciò si è preso, però, gli strali dei "puristi con il naso turato", i colleghi che per misurare l’eccellenza di uno studioso valutano il suo grado di cripticità, di saccenza impenetrabile e astrusa. Riuscire a decriptare informazioni storiche è un talento invidiato dai criptici, ma soprattutto è un dovere. Ogni studioso deve esercitarsi alla narrazione. Comprendere la storia, comprendere ciò che è accaduto per valutare ciò che accade, e che potrà succedere, è un diritto di tutti, inalienabile.

docente di Archeologia cristiana, tardoantica e medievale, Università di Urbino; uscita 441