Pesaro, 5 novembre 2022 - Gli fanno la multa per divieto di sosta e lui li insulta su Facebook. Ma per quel post sui social si è trovato sul banco degli imputati con l’accusa di diffamazione aggravata. Lui è un medico e si chiama Stefano Bonazzoli. Il fatto risale a giugno 2021. Il dottore aveva parcheggiato l’auto in divieto di sosta. A suo dire, aveva però messo bene in vista sul cruscotto un foglio destinato proprio ad eventuali vigili di passaggio, in cui spiegava di trovarsi in studio e di chiamarlo che sarebbe corso a spostare la macchina. Gli agenti sono passati, ma non hanno suonato al citofono del suo ambulatorio. Hanno tirato fuori il blocchetto e messo la firma sulla multa da circa 30 euro. Quando Bonazzoli lo ha scoperto, ha pensato di sfogarsi su Facebook. E non ha lesinato sulle offese. Ha riportato i numeri di matricola dei due poliziotti (prima per esteso e poi ne ha coperto una parte) e accanto ha scritto: "Hanno il quoziente di intelligenza di un lombrico con l’Alzheimer", più insulti sotto forma di acronimi, ma di immediata comprensione, del tipo "tdc e fdp". Non solo. Ai commenti sotto il post, il medico avrebbe rincarato la dose: "C’è un’incompatibilità genetica tra divisa e intelligenza". Quelle parole sono arrivate anche sotto gli occhi del comando di via del Monaco.
E gli agenti non hanno affatto gradito. Il comandante ha sporto denuncia. E anche i due agenti che lo hanno multato. Bonazzoli è finito a processo (difeso dall’avvocato Mariella Masanotti). I due insultati si sono costituiti parte civile con l’avvocato Andrea Casula. Ieri, l’imputato ha chiesto la messa alla prova, ovvero di poter svolgere lavori di pubblica utilità per poter evitare così la condanna. Ha inoltre offerto 500 euro a testa a titolo di risarcimento danni ai due agenti. Il giudice Andrea Piersantelli ha concesso un rinvio per permettere all’ufficio del Tribunale di preparare il programma che l’imputato dovrà osservare per ottenere l’estinzione del reato.