Il Gambini-ter si farà. Terminati due mandati alla guida della città, il sindaco uscente è stato confermato nuovamente, ottenendo il 53,08 percento dei voti al ballottaggio, contro il 46,92 percento di Federico Scaramucci. È la quarta volta che un sindaco di Urbino, nella storia dell’Italia repubblicana, ottiene un terzo mandato di fila: prima di lui lo avevano fatto Egidio Mascioli (5 elezioni), Giorgio Londei e Massimo Galuzzi, tutti di area di centrosinistra, anche se allora le regole per le rielezioni consecutive erano diverse.
Non è bastato l’apparentamento tra “La città che verrà“, coalizione che sosteneva Scaramucci, e “Futura“, gruppo di Maria Francesca Crespini, per sconfiggere Gambini al ballottaggio. Le due formazioni avevano unito le forze dopo aver ottenuto al primo turno, rispettivamente, il 44,7 percento e il 7,3 percento dei voti, ma i consensi ricevuti due domeniche fa non sono stati confermati in toto, nonostante una partecipazione altissima: alle urne sono andati 8.303 elettori, contro gli 8.629 dell’8 e 9 giugno, un calo minimo. Il 68,3 percento di affluenza alle urne registrato è il secondo dato più alto a livello nazionale, dietro solo a Colle d’Anchise, comune con 756 elettori in provincia di Campobasso, che ha raggiunto il 78,84.
Tale cifra dimostra quanto le elezioni appena concluse abbiano coinvolto la cittadinanza, risvegliando un ampia e trasversale voglia di partecipazione.
Rispetto al primo turno, Gambini è riuscito ad aumentare i propri consensi in tutti i seggi tranne uno, quello dell’ospedale, passando da 4.052 a 4.354, mentre Scaramucci, nonostante l’accoppiata con Crespini, è cresciuto di soli 70 voti complessivi, da 3.779 a 3.849, perdendo preferenze in sette seggi su 20. La riduzione del divario di partenza da parte della coalizione “Città concreta“ si è palesata sin dai primi seggi scrutinati, come il seggio 1 e il seggio 3, entrambi situati nel Collegio Raffaello, dove, sì, la coalizione di centrosinistra ha vinto nuovamente, ma con scarto minore rispetto a due settimane fa, quando, per altro, “Futura“ correva ancora separatamente. Proprio tra centro storico e quartieri limitrofi, come Piantata e Piansevero, “La città che verrà“ aveva costruito l’ampio consenso ottenuto al primo turno, vincendone tutti i seggi fino ad arrivare al ballottaggio, perciò, quando è arrivata notizia del ribaltamento, seppur di un singolo voto, al seggio 8 (uno di quelli al Pala Carneroli), l’ipotesi di rimonta di Gambini si è fatta più concreta. La vittoria da parte del sindaco uscente si è poi materializzata grazie anche a dei recuperi corposi di voti in zone come Trasanni, dove ha ridotto lo scarto a sole 5 preferenze, o Mazzaferro, persa per 3. Terminata la fase elettorale, ora si determinerà la composizione del Consiglio comunale, con la maggioranza che avrà 20 seggi e la minoranza 12, due dei quali spetteranno a Scaramucci e Crespini. Il tutto, in attesa che Gambini definisca il resto della Giunta, dopo aver già annunciato che Giulia Volponi sarà il vicesindaco.