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Mastrangelo: "Il volley è la mia musica"

Il coach della Smartsystem Essence Hotel è tra i candidati a ‘Cittadino dell’anno’: "Non me l’aspettavo. Suonavo il violino, ora alleno"

Mastrangelo, coach della Virtus: «I tifosi possono votarmi»

Mastrangelo, coach della Virtus: «I tifosi possono votarmi»

Vincenzo Mastrangelo, 55 anni il prossimo 26 marzo, allena la Smartsystem Essence Hotels Fanol. In carriera due campionati vinti di A2, due coppe Italia e l’anno scorso la vittoria in A3 che ha permesso alla Virtus Fano di riconquistare la serie A2 dopo 23 anni. Il suo nome è fra i candidati a "Cittadino dell’anno".

Come ha accolto la notizia? "Da un dirigente del club. Mi ha inviato la pagina del Resto del Carlino, e sono rimasto molto sorpreso. Non me l’aspettavo. È una cosa che non mi era mai successa. Sono molto orgoglioso, perché si è creato un legame forte con la società, la città, le istituzioni e il pubblico. Non mi era mai capitato di vivere un rapporto così intenso in così poco tempo. Certo, ci sono stati risultati importanti, ma ciò che si è sviluppato qui va oltre. È un motivo di grande orgoglio per me".

Lei è a Fano da un anno. Come si trova? "Fano mi piace tantissimo, ci sto benissimo. Fin dal primo giorno sono stato accolto molto bene. È una città bellissima, con il mare, il centro storico, e un’atmosfera unica. Le persone sono calorose, il Presidente e lo staff sono straordinari, e con i tifosi si è creato un bel feeling. Spero che il 2025 sia l’anno in cui metteremo le basi per prolungare il mio contratto e fare qualcosa di ancora più grande insieme".

Chi è Vincenzo Mastrangelo fuori dal campo? "Sono una persona semplice, ma molto determinata. Nel lavoro posso sembrare spigoloso, ma è solo perché tengo molto a fare bene. La pallavolo mi ha dato tanto, ma mi ha anche tolto molto: ad esempio, essere arrivato in Superlega per poco tempo mi ha lasciato un piccolo rimpianto. Fuori dal campo amo il cinema e la musica. Sono diplomato in conservatorio e ho quasi terminato una laurea in scienze politiche. Se non avessi scelto questa strada, sicuramente avrei seguito la mia altra grande passione: la musica. Ho suonato il violino fino a 25 anni e per un periodo ho portato avanti entrambe le cose. Mi davano soddisfazione, ma alla fine la pallavolo ha preso il sopravvento. Sono grato ai miei genitori per avermi sempre lasciato scegliere ciò che mi rendeva felice. Devo anche ringraziare la mia compagna, che mi supporta da lontano, nonostante la distanza che ci separa. Da 30 anni è al mio fianco e il suo affetto mi dà forza e serenità".

Com'è iniziato il suo percorso da allenatore? "Era il 2005-2006, allenavo come assistente in un campionato di serie A2 a 16 squadre. Dopo dieci giornate, eravamo quintultimi, e il presidente decise di affidarmi la squadra. Mi disse: ‘Vincenzo, è il momento. Pensa ad allenare e basta’. Da lì, siamo diventati la miglior squadra della seconda metà della stagione, chiudendo terzi in classifica. Abbiamo raggiunto la finale, perdendola al tie-break contro la seconda, in casa loro. Quella stagione ha segnato l’inizio della mia carriera da capo allenatore".

Vuole lanciare un appello al pubblico virtussino per sostenerla in questo concorso? "Mi piacerebbe molto vincere questo riconoscimento, sarebbe qualcosa che porterei nel cuore per tutta la vita. Tuttavia, non voglio fare appelli. Se i tifosi credono che io meriti il loro voto, ne sarei davvero onorato. So che gli altri concorrenti sono molto validi, ma il semplice fatto di essere stato candidato è per me un riconoscimento enorme".

Tiziana Petrelli