CECILIA
Cronaca

Mariani padre e figlio, orafi d’autore. Le “Diffrazioni“ tra luce e materia

Da domani il percorso di due generazioni che hanno conquistato i designer e fatto innovazione nel gioiello

Mariani padre e figlio, orafi d’autore. Le “Diffrazioni“ tra luce e materia

Mariani padre e figlio, orafi d’autore. Le “Diffrazioni“ tra luce e materia

Casadei

Claudio Mariani e Alberto Mariani. Due artisti, padre e figlio. L’oreficeria e la scultura, il binomio che li unisce. A celebrare la loro opera è “Diffrazioni“, una mostra che si inaugura domani alle ore 18 nell’atelier Zucca in via Sabbatini per un dialogo che comincia quando le creazioni orafe di Claudio (Pesaro 1936 -2012), diplomatosi all’Istituto d’arte Mengaroni dove insegna per 24 anni, diventano celebri grazie al suo talento innovativo e la sua perizia tecnica.

Il percorso offre una selezione di gioielli e progetti a testimoniare che ogni lavoro è l’esito di uno studio, di una ricerca geometrica che mira ad ottenere un perfetto equilibrio formale ed estetico. Il frutto di una personale cifra distintiva che abbraccia l’aura dello Spazialismo di Lucio Fontana datato 1949. Gioielli che sprigionano l’armonia di una partitura musicale e l’oro plasmato per spille, collane, anelli incontra lo smalto, poi la giada, l’avventurina, l’onice l’agata, pietre tagliate come fossero le sezioni di una torta farcita. Gioielli che incantano, opere come sfida, gioielli d’arte, gli anelli con i "chiodi" d’oro, ogni volta una scultura come la spilla con la quale Claudio Mariani vince il primo premio alla Triennale di Milano nel 1973. E come non ricordare il gioiello con 81 lastre quadrate in prezioso metallo che paiono in movimento, come piccole finestre che si aprono per effetto del vento.

Amato da Dino Gavina, una mostra curata Enrico Crispolti, alcune creazioni esposte al museo degli argenti di Firenze, una storia lunga un quarantennio che la mostra racconta insieme al percorso artistico di Alberto, classe 1973. Il suo linguaggio scultoreo nel centro gravitazionale e in perfetto equilibrio con la matrice visionaria di Claudio.

Giovanissimo, Alberto conosce i segreti dell’arte orafa, ma sente che la sua vocazione è quella di dedicarsi alla scultura con uno sguardo libero che gli permetta di infondere spiritualità al prodotto dell’arte, impregnarlo di una riflessione profonda, e di aprire le porte alla dimensione interiore. Frequenta il TAM, centro di lavorazione dei metalli, a Pietrarubbia diretto da Arnaldo Pomodoro, si diploma all’Istituto d’arte Mengaroni, frequenta l’Accademia Belle arti di Urbino, quella di Carrara, studia a Siviglia ad Atene. In mostra ci sono disegni come appunti di viaggio a New York, una serie di carte con volti stilizzati dal carattere onirico, "ripassati" a cera. Non mancano alcune produzioni orafe che si riannodano alla matrice originaria e alcune proposte scultoree da parete, "scatole" in vetro e materiali diversi, la sperimentazione è un vizio di famiglia, che restituiscono il senso di un fare che alberga nella vita dello spirito. Opere in cui ci si può "specchiare" e ri-trovare se stessi.

“Diffrazioni“, recita il titolo della mostra. forse, perchè non ci sono zone d’ombra in questo dialogo. d’arte e sentimento. Perché quello di Alberto è un viaggio di luce nel nome del padre.