Pesaro, 10 giugno 2022 - La Regione non ha dato il patrocinio al Marche Pride. Nella lettera recapitata al Comitato organizzativo, Mario Becchetti segretario, generale della Regione spiega le ragioni del diniego: "La manifestazione – osserva il dirigente – presenta i caratteri di un evento politico". Immediate sono state le reazioni a sostegno del Movimento Lgbt+.
"Sono costernata – sottolinea l’assessore, Camilla Murgia –. La città è orgogliosa di accogliere per la prima volta nella sua storia il Marche Pride. Dare il patrocinio a questo tipo di manifestazioni significa appoggiare e avere una visione lungimirante nel superamento di ogni tipo di discriminazione. Le motivazioni, il carattere politico, sono distanti da quello che il Pride è. Lo spirito con cui il Comune ha patrocinato il Marche Pride è nello spessore culturale di questa iniziativa che non si risolve nel corteo di sabato 18 giugno, espressione creativa del Movimento, ma è un mese di incontri, dibattiti, approfondimenti e appuntamenti dedicati alle famiglie. Oggi dalle ore 18 inizia a Palazzo Mazzolari Mosca, un laboratorio a cura dell’associazione Hogar, L’approccio è quello di coltivare una società inclusiva contro ogni tipo di discriminazione".
Il Governatore Acquaroli respinge ogni addebito e richiama la natura tecnica della decisione: "La valutazione per la concessione dei patrocinio è demandata agli uffici competenti che applicano i criteri e le modalità contenute della delibera di giunta regionale 920 del 2018. La stessa procedura viene applicata per tutte le richieste che pervengono agli uffici regionali". Abbastanza per portare Manuela Bora, consigliera regionale di centrosinistra sul piede di guerra: "La giunta abbia il coraggio delle proprie idee: gli amministratori dicano apertamente di essere omofobi – sbotta Bora, che conosce molto bene il senso della delibera di giunta citata perché al tempo era assessore regionale con Ceriscioli presidente –. Altrimenti, se è vero che si tratta solo di una decisione meramente amministrativa, che scendano in piazza a sostegno di chi manifesta per rendere sostanziali le libertà personali e l’emancipazione da ogni discriminazione. Invito il presidente Acquaroli a prendere parte al corteo". Ma Bora è perplessa: "Non accadrà perché gli indizi sono altri: intanto perché la stessa struttura regionale che oggi ha dato il diniego, nel 2019 diede invece il consenso? Stesse persone, stesso regolamento, esito opposto".
E’ cambiato il vento. "Ho il sospetto – continua Bora –: sarebbe coerente con i dinieghi che hanno dato regioni di centrodestra come la Lombardia nel 2021 e la Liguria nel 2018. Ecco perché dico agli amministratori di avere coraggio delle proprie idee e dirlo ai marchigiani che sono omofobi. Del resto come ignorare i precedenti? Non ultimo all’emendamento Pd al piano triennale del turismo per chiedere che le strutture potessero sposare la dicitura Lgbt friendly la maggioranza ha votato contro".