La percepite già la primavera nell’aria? Quest’anno l’inverno non lo abbiamo proprio percepito e infatti, spesso, i cappotti sono stati solo una percezione del guardaroba tanto poco li abbiamo messi. Ok, non ci giro più attorno, anche oggi parliamo di percezione, concludendo il discorso della scorsa settimana. Vi ho raccontato del collettivo Mschf che ha creato una borsa ispirandosi a quattro icone della pelletteria e il risultato è stata una somma di artigianato plasmato da visioni e interpretazioni e sì, è ovvio, anche da percezioni. Beh, molto bello.
Oggi voglio trattare un altro aspetto della percezione e tutto parte da uno spot pubblicitario. Ho visto la réclame di un sito il cui claim diceva proprio "compri da miliardario". Brividi. La piattaforma vende un po’ di tutto e quindi non solo vestiti. Ma è proprio negli abiti che questa visione è più concreta: vestirsi seguendo un certo codice per dare un’impressione, per avere un dupe (doppione, ndr) di quello che non potremmo comprarci perché troppo costoso. E spesso anche per l’originale sono cifre veramente senza senso, due opposti che alla fine si attraggono. E questo slogan lo mette nero su bianco. Poi c’è la voglia di avere pezzi sempre nuovi, magari ‘usa e getta’, e lì ci ricaschiamo.
È ovvio che nessuno è senza peccato, insomma chi non ha mai pescato un jeans dal cesto a 20 euro. Ma sappiamo quanto una moda troppo veloce e basso costo posta impattare sulle vite dei lavoratori e sull’ambiente. Anche se un Inci (“International Nomenclature of Cosmetic Ingredients”, ndr) andrebbe introdotto anche nel lusso. E poi, con gli stipendi medi è ancora possibile comprare capi etici? Lascio la domanda aperta. Libro? Il lato opscuro della moda (Post Editori) di Maxine Bédat. Profumo? Penso al gelsomino, meglio se naturale.
#FashionissimoCarlino