
Dall’autore della copia al titolare dell’agenzia di viaggi omonima: "Per noi è uno di famiglia, gli studiosi dicano pure ciò che vogliono".
"Chiamatela come volete, per noi è la statua di Lisippo". Al di là delle attribuzioni scientifiche, per i fanesi il bronzo ripescato nel 1964 al largo della costa Adriatica "rimarrà sempre ‘il Lisippo’". A scatenare la loro reazione sono state le dichiarazioni del direttore generale Musei del Ministero della Cultura, Massimo Osanna: è superata l’attribuzione a Lisippo, ha detto. La sensibilità dei fanesi su questa vicenda però è diversa da quella degli studiosi. "Quella statua è da sempre conosciuta come il Lisippo – commenta Marco Berardi titolare, insieme alla socia Raffaella Mazzanti dell’agenzia viaggi che porta lo stesso nome – e credo sia controproducente chiedere ai fanesi di chiamarla l’Atleta di Fano".
"Per noi fanesi il nome giusto è Lisippo" conferma Giampiero Patrignani, fondatore, editore e direttore del mensile che prende il nome dallo scultore greco. "Il Lisippo è ormai un ‘cittadino fanese’ – prosegue scherzando – e in quanto più anziano di tutti è il capo della comunità". E proprio grazie a Patrignani e ai suoi collaboratori, dal 1992 il "Lisippo" entra in tutte le case cittadine, atteso puntualmente dalle famiglie. A testimoniare il legame tra Fano e la sua statua è la ‘passeggiata del Lisippo" (lungomare di Sassonia) che finisce proprio con una copia dell’Atleta di Fano. E’ stata realizzata dall’artista fanese Paolo Furlani, uno dei più noti carristi del Carnevale di Fano, su commissione del Lions Club Fano che, nel 2009, la donò alla città.
"Sono un appassionato di arte classica – racconta Furlani – per realizzare quella copia ho utilizzato sia le foto del bronzo originale sia un vero modello per la parte retrostante del corpo". Durante la lunga vicenda giudiziaria per riportare la statua in Italia, uscita illegalmente dal nostro Paese, ci sono state diverse iniziative anche nei confronti del Getty Museum. L’Archeoclub, allora guidato da Luca Fabbri, lanciò un "Appello per il Lisippo" che, nel 2004, gli permise di raccogliere 10mila firme, così come migliaia di cartoline nel 2007 furono spedite al museo di Los Angeles come strumento di pressione sulla potente istituzione museale.
Anna Marchetti