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Il treno partito da Urbino è appena arrivato nella stazione di Fano (foto archivio di Carlo Bellagamba)
Il 31 gennaio 1987 l’ultimo treno raggiungeva la stazione di Urbino. Oggi, 38 anni dopo, c’è ancora chi aspetta il suo ritorno e spinge affinché sia così: è il caso dell’Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro, che anche stavolta "ricorda il triste anniversario. Nel discorso di fine anno – scrivono – il presidente della Repubblica ha sottolineato la disuguale disponibilità di servizi tra le diverse aree del Paese e il continuo pericolo di abbandono delle aree interne. Le parole di Sergio Mattarella potrebbero esprimere la sintesi dei ripetuti allarmi che da decenni lanciamo al territorio per riequilibrare i servizi. Secondo l’Istat, il 39% degli italiani vive a meno di 15 minuti da una stazione ferroviaria, una cifra di poco inferiore vive tra i 15 e i 30 minuti. L’entroterra di Pesaro e Urbino si colloca impietosamente nella minuscola fascia del 5%, quella che vive tra i 45 e i 60 minuti da una stazione, come se fosse un territorio sperduto e Urbino una città fantasma".
"Senza stazioni ferroviarie i luoghi sono meno accessibili, non si facilita il movimento di residenti e turisti, si rende difficoltoso l’accesso ai servizi essenziali, spesso ubicati sulla costa, non c’è sviluppo e non si contribuisce alla sostenibilità ambientale. In tanti anni abbiamo lanciato appelli alla riflessione sull’assurdità e pericolosità di lasciare senza treni Urbino, capoluogo di provincia e capitale del Rinascimento oltre che sede di università. Abbiamo allarmato la Valle del Metauro dell’imperdonabile errore se al posto della ferrovia fosse stata realizzata una pista ciclabile. Abbiamo indicato che la via maestra per la diminuzione del traffico di auto sia l’aumento del trasporto pubblico; abbiamo illustrato che esistono nuove forme di turismo colto e lento che sono interessate a destinazioni diverse dalle solite e usano il treno per spostarsi; abbiamo evidenziato che per aumentare l’uso delle bici devi poterle caricare sui treni".
FVM sottolinea poi il paradosso del trasporto su rotaia nella regione: "Si è potenziato la linea adriatica, elettrificato la Ascoli – Porto d’Ascoli e riaperto a fini turistici la Fabriano – Pergola, la flotta di treni regionali è stata ammodernata e si sta elettrificando e potenziando la Civitanova – Macerata – Albacina. Invece, Urbino e la Valle del Metauro sono rimaste al 1987. Urbino non è riuscita a esprimere le proprie potenzialità perché non offre a studenti e visitatori il treno per raggiungerla. Intanto, l’inchiesta annuale del Sole 24ore sulla qualità della vita dei territori ha certificato la ridicola situazione del trasporto pubblico in provincia: 97ª posizione su 107, con 630 posti al chilometro per abitante rispetto a una media nazionale di 4.000. Ci auguriamo, se si vuole davvero impedire l’abbandono delle aree interne, che le poche ma autorevoli parole espresse da Mattarella siano ascoltate".
Nicola Petricca