Pesaro, 27 marzo 2023 – Era anche un industriale di successo Luciano Battisti. Perché la grande fabbrica di Montelabbate che produceva bruciatori e che guidava assieme al fratello Paolo, negli ultimi anni aveva avuto una crescita importante. Luciano Battisti era questo. Ma soprattutto era forse il più grande amante, collezionista e conoscitore della grande tradizione del motorismo non solo pesarese.
Nel suo capannone c’erano tutte le moto che hanno scandito i grandi successi della Benelli nei circuiti di tutto il mondo: da quella di Jarno Saarinen, a quella di Renzo Pasolini fino ad arrivare un ‘pezzo’ davvero mitico come la 500 con la quale Mike Hailwood corse il gran premio di Monza del 1969.
Duecento in totale le moto che Luciano Battisti aveva accumulato negli anni e che non voleva che andassero disperse. "Ho acquistato un capannone a San Pietro e lì metterò tutta la mia collezione – disse –. Ho costituito una fondazione ed ho lasciato anche un fondo per mandare avanti il mio museo". Ed era ad un passo dal vedere il suo sogno completato.
Non c’è riuscito. Perché ieri pomeriggio intorno alle 17,30 Luciano Battisti si è spento nella sua abitazione, nei primi tornanti della panoramica San Bartolo. Stava lottando da mesi contro un male incurabile. "E il finale è stata una via dolorosa", raccontano gli amici. Luciano Battisti aveva 79 anni e lascia la moglie Graziella. "Mi ha colpito il fatto che ieri pomeriggio, tornando da un giro in moto organizzato dal moto club – racconta Paolo Marchinelli, amico e presidente del museo Benelli di viale Mameli – non l’ho visto lì davanti casa. Poi alle 17,30 mi ha raggiunto una telefonata della cognata con questa dolorosa notizia. Un colpo durissimo per me, perché il legame tra di noi era fortissimo e ci sentivamo anche più volte al giorno. Stava soffrendo".
Luciano Battisti fa parte di quei personaggi cresciuti biberon e motori: il padre Walter aveva una rivendita di moto Alpino in via Cavour. Poi era diventato anche il primo pilota della Moto B, la seconda fabbrica dei Benelli. Un uomo con la passione dentro e con i suoi ‘gioielli’, le sue moto, da gran premio della Benelli partecipava a tutti i raduni delle moto storiche che si svolgevano in tutti i circuiti d’Europa. Ma il momento che lo rendeva maggiormente felice era quando le metteva in moto e le guidava in occasione dei raduni. Dalla ‘capannina’ sulla Panoramica arriva fino in viale Trieste: la sua sfilata trionfale. Se n’è andato un industriale ed anche un uomo che nell’ambito del motorismo ha scritto grandi pagine di storia.
m.g.