Pesaro, 23 novembre 2020 - L’idea della Rai era quella di parlare di violenza sulle donne dando il microfono a Luca Varani, riproponendo l’intervista realizzata nel 2016 per ’Storie maledette’ da Franca Leosini. L’appuntamento era per ieri pomeriggio, su Rai Storia. Partiti e associazioni hanno reagito con proteste e incredulità, facendo cambiare palisesto alla Rai, che ha provveduto a cancellare l’intervista.
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Tra gli increduli dell’originaria scelta della Leosini, responsabile del palisesto, c’è proprio Lucia Annibali. Ieri al telefono, dalla sua casa di Roma, ha detto: "Non ho parole. Se per parlare dell’imminente Giornata internazionale contro le violenze sulle donne si torna a far sentire la voce di Varani, significa una cosa sola: non interessava l’argomento, ma era più importante privilegiare l’autoreferenzialità della giornalista Leosini. La quale non si è nemmeno posta il problema di chiamarmi, non che fosse obbligata, ma parlando di me credo che non fosse sbagliato farlo. Invece ha creduto giusto, prima dello stop, riproporre quell’intervista ambigua a Varani, che avevo già duramente criticato la prima volta, messa in onda a processo in corso, due mesi prima della pronuncia della Cassazione che ribadì la condanna a 20 anni".
Lucia Annibali, deputata di Italia Viva, copresidente della commissione giustizia, ha una convinzione: "I responsabili della trasmissione, volendo parlare di violenze sulle donne, hanno imboccato esattamente la strada opposta. Perché non solo c’era in scaletta l’intervista a Varani, ma la Leosini ha pensato di riproporre anche una sua intervista a Izzo, il massacratore del Circeo, il quale uscendo dal carcere ha ucciso altre due donne. Sono allibita da come sia stato possibile solo pensare a questa accoppiata per parlare di violenza sulle donne. Perché poi loro due? L’unico filo che li lega è l’intervistatrice, che evidentemente era ammirata dal suo lavoro e voleva farlo rivedere al pubblico. Io lo considero un abbaglio, ma sarebbe più giusto dire che l’ho considerata un’offesa ad una donna già gravemente offesa dalla violenza maschile. Se si voleva invece parlare di rieducazione del reo, allora lo si diceva prima anche se non credo che abbia molto a che fare con la Giornata internazionale sulla violenza contro le donne".
Dice Lucia Annibali: "Non mi piace vedermi tirata in ballo ogni volta, anche basta. La mia storia, la mia sofferenza, la mia vita servite per cena. Perché c’è anche il film su di me che sarà riproposto, in un primo momento come accoppiata all’intervista di Varani. Non ho nulla contro il film, ci tengo a dirlo, sono in ottimi rapporti con tutti loro, ma lo ribadisco col cuore: basta tirarmi sempre in ballo. Sono anche altro, faccio altro. Sono alla Camera, affronto tanti problemi in commissione giustizia, è il mio settore, sono impegnata e ovviamente non mi tiro indietro nell’aiutare chi subisce violenze o emarginazioni. Però non voglio che sia una casella del palinsesto tv per collage contorti, almeno dal mio punto di vista, o magari intelligentissimi secondo la loro prospettiva. Non voglio far parte di quel gioco. Il servizio pubblico dovrebbe affrontare con maggiore responsabilità questi temi, cogliere più voci e più vicende, far parlare le donne e non portare sotto i riflettori delle telecamere gli uomini colpevoli di violenze con le loro giustificazioni più o meno ambigue. Ma non voglio insegnare nulla a nessuno, l’importante è che la mia storia personale non diventi un elastico a piacimento di chiunque ed hanno fatto bene colleghi e tante persone a protestare per ciò che la Rai intendeva fare, offendendomi".