"Sono concreta nonostante faccia l’attrice, una professione che ti porta spesso ad essere con la testa altrove ma io sto sempre con i piedi ben piantati a terra". Ha le idee chiare Valentina Lodovini, ieri ospite della Mostra internazionale del nuovo cinema per la proiezione de “La giusta distanza“ di Carlo Mazzacurati, film di 17 anni fa nel primo vero ruolo da protagonista.
Nel pomeriggio l’incontro con la stampa al fresco dell’Atelier Ratti e la sera l’abbraccio della piazza. Nata per caso in Umbria (le sue origini sono a Sansepolcro), terra di confine tra Marche, Umbria e Toscana incuneata tra le province di Pesaro e Urbino, Perugia e Arezzo, la Lodovini al PesaroFilmFest approda per un film al quale è particolarmente legata.
"“La Giusta distanza?“ L’ho rivisto in questi giorni sapendo di venire qui. Sono orgogliosa di averlo fatto; ho sempre amato Carlo Mazzacurati, era uno dei registi che avevo messo tra i primi tre quando ancora studiavo in Accademia. Mi piaceva il suo cinema, la grandiosità dello sguardo, l’intelligenza. E trovo che sia un film ancora attualissimo nonostante gli anni".
Come si è rivista dopo 17 anni?
"Ero molto acerba, ma in fondo era giusto che fosse così".
Cosa ricorda di quelle riprese?
"Era il mio primo ruolo da protagonista ed ero terrorizzata. Mi sentivo quasi in debito, io giovane appena uscita dal Centro sperimentale di cinematografia, investita di una parte così importante. E poi con Carlo Mazzacurati: insomma volevo sembrare forte, sicura ma mi tremavano le gambe. Poi tutto è stato piuttosto naturale. Anche grazie a Carlo. Mi piace pensarlo al presente. Carlo è la persona più intelligente che ho incontrato sul mio cammino. Ricordo bene quelle riprese ma ho trovato una magìa su quel set. Ho amato quelle notti sul Po quando per scaldarci andavamo avanti a cioccolato e grappa. Anzi credo una volta di essermi ubriacata".
Cinema, teatro, tv, quale il linguaggio che le appartiene?
"Non saprei scegliere e sarebbe come dover dire quale è il figlio al quale vuoi più bene. Distinguerei piuttosto tra progetti buoni e altri meno. A questo punto della carriera uno può scegliere. E comunque sia palco e set sono per me irrinunciabili. Credo che la recitazione sia il modo migliore per raccontare l’essere umano".
Lei ha la fama di essere piuttosto schietta…
"Sì me lo dicono anche le mie amiche che ho poca diplomazia e che in effetti non so rinunciare alla mia libertà. Me lo hanno insegnato da piccola. E dunque sono la cittadina, la donna, l’attrice a cui piace dire quel che pensa; anche se talvolta tutto questo diventa scomodo".
Quanti film all’orizzonte?
"Ben tre, di generi diversi che usciranno tra ottobre e dicembre. Di più non posso svelare".