L’oasi ‘La Badia’, area istituita nel 1979 attorno al confine tra i territori comunali di Urbino e Montecalvo in Foglia, potrebbe diventare una riserva naturale regionale orientata, facendo un passo ulteriore verso la salvaguardia del luogo e della sua biodiversità. Dopo la richiesta d’istituzione della riserva avanzata a inizio anno da Montecalvo, ora la Regione ha chiesto anche a Urbino di esprimersi e l’amministrazione intende dare seguito all’iter, ma prima bisognerà passare per la Commissione consiliare e il Consiglio comunale.
L’oasi era tornata d’attualità nel 2023, quando ad Ancona era arrivata, per il quinto anno di fila, la richiesta dell’Ambito territoriale caccia Ps1 di riapertura dell’attività venatoria al suo interno: la cosa scatenò le proteste di un fronte compatto, tra ambientalisti e amministratori, anche se poi il rappresentante di Urbino nell’Atc, Luca Guidi, aveva detto che si trattasse di una richiesta di chiusura della pratica, dato che la Regione non aveva mai risposto. "Il percorso per l’istituzione della riserva partì proprio nel 2023, quando si cercò di comprendere se ci fosse una forma di tutela definitiva dell’area – spiega Giulia Volponi, assessore all’Urbanistica –. L’iter prevede che siano i Comuni interessati a proporne l’istituzione e domani affronteremo la discussione in Commissione urbanistica, prima di arrivare in Consiglio. Dato che nell’area ricade il lago di Ca’ Girone, zona di proprietà dell’Ateneo, incontrerò pure la prorettrice Elena Viganò, con cui, però, c’era già condivisione".
A novembre, la Giunta ha deliberato l’atto di indirizzo per promuovere l’istituzione della riserva, progetto in cui Volponi crede tanto: "È un tema importante e ho percepito un’apertura anche da parte dalla minoranza. L’oasi si estende per 825 ettari nella valle del Foglia, tra Pallino, Schieti, Pantiere e la Sp Montefabbri, per circa l’80% è in territorio urbinate ed è contemplata anche dal Piano regolatore. Tuttavia abbiamo lavorato a una perimetrazione provvisoria aggiornata, che ne prevedrebbe 710, escludendo aree come la zona industriale di Schieti o altre in cui sono state previste varianti per lo sviluppo, e che proporremo alla Giunta regionale, la quale valuterà la richiesta. La riserva sarebbe pure una grande opportunità di sviluppo economico, naturale e sociale, permettendo di accedere a finanziamenti europei e regionali per interventi come il risanamento di centri storici, opere igieniche e idropotabili, attività agricole e forestali, etc. Poi, eventualmente, bisognerà capire chi dovrebbe gestirla: alla Regione chiederemo che siano i due Comuni a farlo. Ci credo moltissimo, sarebbe un enorme valore aggiunto per cristallizzare e migliorare una situazione da non disperdere".