Si arrabbiano e dicono che non verranno più. Ma poi ci ricascano sempre. Il basket è una calamita troppo forte in questa città e così, dopo la retrocessione, chi s’aspettava un palas con tanti vuoti è rimasto colpito dai 4.000 che erano puntualmente sugli spalti, per di più in un piovoso mercoledì sera. Sarebbero stati sicuramente di più di domenica pomeriggio, soprattutto la fascia dei minorenni, sempre più numerosa, ma il giorno dopo, se si gioca l’infrasettimanale, c’è scuola. Il peccato più grosso da parte della squadra, perciò, è stato mandare a casa questa gente delusa. I tifosi avevano lasciato il palas la scorsa primavera col morale sotto i tacchi e sotto l’ombrellone avevano cercato di digerire una retrocessione arrivata dopo quasi vent’anni ininterrotti di serie A.
Al piano di sotto pensavano di divertirsi un po’ di più, soprattutto perché la Vuelle aveva dato un bel segnale all’esordio sul campo di Lecce. Pensavano anche di avere una squadra di combattenti, gente di categoria che conosce il campionato e che si sarebbe sbucciata le ginocchia, che non avrebbe snobbato nessuno e avrebbe avuto rispetto di tutti. Sono stati smentiti, in maniera quasi brutale. Perché non è la sconfitta, ma come è maturata a lasciare allibiti. Sempre a inseguire, sempre in affanno, giocando un basket oggettivamente brutto.
"Non voglio dare giudizi, sono semplicemente choccato" scrive Michael Pasqualini sui social. Mentre Giorgio Gennari si domanda: "Ma Ahmad ha voglia o no di gicare qui?". "Vogliamo subito una reazione! - si legge sulla pagina fb del Club Tonucci -. Già siamo frustrati per la retrocessione, in più vedere una squadra giocare senza voglia davanti al proprio pubblico in occasione della prima in casa, è troppo! Nessun processo dopo la seconda giornata, ma si deve cambiare l’atteggiamento". "Cerchiamo di essere razionali: l’A2 è una serie tutt’altro che scadente - è l’opinione di Riccardo Trebbi - e abbiamo avuto la prima di tante lezioni che dovremo prendere, dolorose ma necessarie". Mentre Gianluca Mazza sottolinea: "L’unica cosa bella? Il gran tifo e una curva bellissima". Su questo non ci piove.
e.f.