Tavullia (Pesaro), 9 agosto 2024 – Notte di sangue a Tavullia. Un 37enne albanese è stato ucciso ieri con una coltellata al cuore per un regolamento di conti. La vittima è Dritan Idrizi, 37 anni albanese, con precedenti per droga. Idrizi sarebbe solo uno dei cognomi con i quali è conosciuto dalle forze dell’ordine. In passato, nei precedenti giudiziari, secondo le ricostruzioni investigative avrebbe infatti avuto più alias.
L’omicida, reo confesso, è stato arrestato insieme a due connazionali. Artur Cerria, 37 anni, commerciante online è in stato di fermo, difeso dall’avvocato Matteo Mattioli, con l’accusa di omicidio mentre Cuedari Gili, 28 anni, cameriere e Admir Shoshari, meccanico di 54 anni di San Giovanni in Marignano, sono stati arrestati per lesioni gravi. Le indagini sono condotte dalla procuratrice capo di Pesaro Maria Letizi Fucci.
Sul posto, un casolare in via San Giovanni, i carabinieri della Compagnia di Pesaro e di Riccione e del nucleo investigativo di Pesaro. Idrizi, Gili e Shoshari sono andati a casa di Cerria per riscuotere 5 mila euro per un lavoro di meccanica all’auto di Cerria. Troppi soldi, secondo quest’ultimo, e il rifiuto avrebbe provocato il regolamento dei conti. Non si esclude, tuttavia, che il movente possa riguardare questioni di droga. In auto avevano bastoni e un martello da carpentiere.
Sotto casa, dove si trovavano anche un amico della famiglia Cerria agli arresti domiciliari e un nipotino di circa 10 anni che non abita lì, c’era il figlio del reo confesso, 18 anni. Alla vista dei tre uomini ha telefonato subito al padre chiedendogli di rincasare. Dalla finestra la moglie di Cerria, 36enne albanese, ha visto la scena e si è precipitata di sotto. “Noi con le donne non ci parliamo, vogliamo parlare con gli uomini, vogliamo Artur”, è stata la risposta.
A questo punto il clima è diventato rovente e i tre hanno iniziato ad aggredire la donna di fronte agli occhi del figlio, colpendola più volte con un bastone. È quindi arrivato Cerria che, successivamente, interrogato dagli inquirenti, ha raccontato di aver agito in difesa della moglie. Idrizi gli ha sferrato una martellata alla spalla e Cerria ha afferrato un coltellino retraibile che teneva come portachiavi. Ha raccontato di aver sferrato alcune coltellate all’addome nei confronti di Idrizi. Una, secondo le ricostruzioni degli investigatori, sarebbe stata quella mortale al cuore. Poi avrebbe ricevuto un’altra martellata in testa.
Ma la lite non si è spenta perché due dei tre uomini hanno continuato a infierire contro la donna fino a quando il figlio non ha dato una spinta a uno degli aggressori togliendogli dalle mani il bastone con cui stava picchiando la madre. Sia il figlio che la donna hanno riportato ferite e lesioni multiple che poi sono state medicate dai sanitari di Pesaro. Cerria ha raccontato di aver chiamato lui stesso i carabinieri mentre gli aggressori continuavano a inveire “ammazzali, ammazzali tutti quanti”.
“Ho sentito delle grida furibonde – racconta Benjamin, Baracca, titolare del vicino bar Sole e Luna – Mi sono precipitato fuori per vedere cosa stesse accadendo. Di lì a poco sono arrivate ambulanze e carabinieri. Poi ho saputo che qualcuno era morto”. Poi la corsa in ospedale a Cattolica dove Idrizi, residente a Riccione e padre di una bimba, si è spento poco dopo. Lì sono accorsi numerosissimi parenti della vittima scatenando apprensione tra i sanitari e i pazienti presenti. L’episodio ha suscitato allarme e apprensione anche tra i residenti di Tavullia. In paese, infatti, si è sparsa velocemente la voce di quanto accaduto mercoledì notte.