L’inchiesta allarga il tiro. Al setaccio anche i cestini. Gli sponsor come bancomat. E non ci sono i rendiconti

Una lettera è al centro della perquisizione a casa e negli uffici del vicesindaco Vimini. L’ha inviata a RivieraBanca la funzionaria dell’ufficio cultura indicando l’iban di Opera maestra.

L’inchiesta allarga il tiro. Al setaccio anche i cestini. Gli sponsor come bancomat. E non ci sono i rendiconti

Rovesciati anche i cestini della cartaccia, con sequestro e catalogazione di quello c’era. Tutto sembra essere utile agli occhi della procura di Pesaro che indaga su Opera maestra e Stella Polare. Si parte da quel caso (600mila euro di affidi diretti in meno di 3 anni) ma si vuol capire se questo metodo abbia avvantaggiato anche altre associazioni, società, imprese legate alla manutenzione, cultura e turismo. Per questo, appena entrati l’altro ieri nell’ufficio del vicesindaco Daniele Vimini, i finanzieri e i poliziotti hanno controllato i cestini, compreso il contenuto del giorno prima. E quando gli inquirenti non comprendevano le sigle, i nomi, i numeri, le cose sia nelle cartacce che nei fascicoli regolarmente archiviati, hanno chiesto spiegazioni al vicesindaco, alle segretarie e al dirigente del settore cultura Gianni Galdenzi. Il quale non era lì, in quell’ufficio. E’ stato chiamato e si è presentato più volte al primo piano di palazzo Gradari negli spazi dell’assessorato di Daniele Vimini per chiarire agli inquirenti di che cosa si trattava. Nel decreto di perquisizione si ordinava di cercare tutto quello che riguardava determine, mail, comunicazioni, accordi, rendiconti (mancanti in molti casi) tra l’ente pubblico e le associazioni Opera Maestra e Stella Polare. Ma non solo. Gli inquirenti hanno fatto domande anche sulle sponsorizzazioni e su come funzionava il meccanismo di riscossione. E questo ha avuto una sola risposta: "Era prassi che chiedevamo aiuto alle imprese con lettere ufficiali fornendo poi l’iban delle associazioni o società che materialmente organizzavano gli eventi. Questo perché il Comune, in sostanza, non organizza le feste ma le delega patrocinandole".

Per questo, è importante ricostruire lo scambio di email tra ilComune e Riviera Banca per le sponsorizzazioni che l’amministrazione aveva sollecitato per le varie iniziative a partire dal palio dei bracieri. La banca sia nel 2022 che nel 2023 ha contribuito elargendo in totale 13mila euro ma non li ha versati al Comune. Ogni volta ha dato soldi a Opera Maestra e questo non è piaciuto ai vertici dell’istituto di credito che hanno sempre affermato di non conoscere questa associazione né di aver mai parlato col presidente Stefano Esposto ma di essersi ritrovata a dover versare soldi a questa su indicazione del Comune.

Ma c’è un particolare: RivieraBanca ha ricevuto una lettera del sindaco e vicesindaco nel 2023 con la quale chiedevano un contributo di non meno di 40mila euro per i vari eventi. Dopodiché Riviera Banca ha risposto di sì chiedendo a chi e come dovessero inviare il contribuito. La risposta della funzionaria dell’ufficio cultura Silvia Melini è stata quella di specificare l’iban di Opera Maestra a cui inviare il contributo. E questo passaggio per gli inquirenti non va bene. Da qui la ricerca anche di altri casi simili di dirottamento dei contributi degli sponsor ai vari organizzatori degli eventi. Come è accaduto negli anni ad esempio per Popsophia e altri. In attesa di sapere che cosa produrrà la ’lettura’ dei telefonini e dei pc sia degli indagati che dei dirigenti sottoposti a perquisizione pur rimanendo persone informate sui fatti, ora si guarda all’analisi della documentazione, in particolare le mail che ci sono state tra gli uffici comunali, in particolare dirigenti, ma anche gli assessori e le due associazioni Opera Maestra e Stella Polare in occasione della realizzazione dei murales, in particolare quello della caserma al tempo del covid, che costò al Comune 21.960 euro ma il pittore ne incassò solo 5mila euro con le vernici offerte dagli sponsor. La differenza andò a Opera Maestra. Troppi per considerarli normali guadagno d’impresa, visto che non era un’ impresa essendo una no profit senza alcun dipendente.

ro.da. e an.ma.