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Leka racconta Edi Rama: "Un pivot alla Meneghin"

Il premier dell’Albania è stato per tanto tempo un giocatore di basket . Parlava italiano e fece l’interprete nella trasferta della Scavolini in Albania.

Leka racconta Edi Rama: "Un pivot alla Meneghin"

"Da ragazzo lo chiamavo testone. Aveva la testa grossa".

A chi lo chiamavano così?

"Al presidente dell’Albania Edi Rama. Era un pivot di quelli ‘sporchi’, alla Meneghin, per intendersi".

Chi parla è Spiro Leka, albanese, ex giocatore di basket del Tirana ed oggi allenatore: ha guidato per una stagione anche la Vuelle, ed ora è nello staff della Colombia University negli Stati Uniti. Leka abita a Pesaro dal 1991 "e penso che questa estate porterò a Pesaro alcuni dello staff tecnico e qualche giocatore per gli allenamenti – continua – un po’ come ho fatto con Daniel Hackett che tutte le estati a Pesaro si allenava con me ed ha anche migliorato molto nel tiro dalla distanza".

Spiro Leka era il play del Partizan di Tirana quando il 3 novembre del 1988 l’allora Scavolini con Daye e Cook esordì in Eurolega volando in Albania. All’aeroporto ad accogliere la squadra pesarese che era decollata da Rimini c’era proprio l’attuale presidente albanese Edi Rama in qualità di interprete per la Scavolini. Rama è diventato popolare in Italia dopo gli accordi fatti pochi giorni fa per creare dei centri di accoglienza per migranti nella sua Patria dopo l’incontro con la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni.

Leka torniamo a Edi Rama: ancora amici?

"Certamente, tanto che un paio di mesi fa ero in Albania e durante una inaugurazione di un hotel ha voluto che sedessi accanto a lui e poi mi ha presentato anche all’ambasciatore spagnolo e alle autorità presenti".

Di quella partita di Eurolega cosa ricorda?

"Sicuramente quando Edi Rama entrò nella stanza di Valerio Bianchini che ebbe paura e disse subito che non aveva fatto nulla. In realtà Rama, che è ancora amico di Bianchini, era entrato nella stanza solamente per fargli omaggio di un suo quadro. Perché Rama era ed è un pittore. E Bianchini fu anche molto carino con me perché venne da me e mi regalò – in quella partita feci 17 punti – una cravatta che aveva comprato nel negozio Linea Uomo per il Corso".

Dall’Albania Rama seguiva la sua carriera tecnica in Italia?

"Certamente e ci sentivamo spesso anche perché vedeva tutte le partite di Pesaro e si commentava anche al telefono i risultati. Un peccato quell’annata, perché per tre gare perse, sono sceso dal piedistallo dell’eroe".

Mai venuto a Pesaro Edi Rama?

"No, anche se in Italia è venuto molte volte. Invitarlo? Ora è difficile, è un capo di Stato".

In quella trasferta durata un giorno oltre alla squadra (c’erano anche Costa e Magnifico), anche un paio di cronisti, Silvano Clappis per l’agenzia Ansa e Luciano Murgia per la radiocronaca. "Persona gentilissima e molto carino con noi e la cosa che ci ha subito meravigliato – ricorda Luciano Murgia – il fatto che parlasse benissimo l’italiano. E quando gli abbiamo chiesto la ragione, lui ci ha risposto che lo aveva imparato seguendo le trasmissioni di Canale 5, l’unica Tv italiana che si prendeva nell’altra sponda dell’Adriatico. "Sarebbe bello organizzare una sfida tra due pivot, sul campo neutro di Pesaro: Rama da una parte e il ministro Crosetto dall’altra che militava nel Torino quando sponsor era la Berloni cucine", dice un tifoso. Ambasciatore della sfida? Spiro Leka.

Maurizio Gennari