REDAZIONE PESARO

Le rose, un nastro, il cerchio. Gli studenti proteggono le donne: "Non devono più sentirsi sole"

Il flash mob colorato davanti al liceo Mengaroni, alla presenza delle autorità e dei politici. Una delle alunne: "Mia mamma è stata vittima, ma ora gli strumenti per uscirne ci sono".

Il flash mob colorato davanti al liceo Mengaroni, alla presenza delle autorità e dei politici. Una delle alunne: "Mia mamma è stata vittima, ma ora gli strumenti per uscirne ci sono".

Il flash mob colorato davanti al liceo Mengaroni, alla presenza delle autorità e dei politici. Una delle alunne: "Mia mamma è stata vittima, ma ora gli strumenti per uscirne ci sono".

"Bisognerebbe parlarne di più di questo problema, non soltanto un giorno all’anno". Giacomo non ha 18 anni, frequenta il liceo artistico Mengaroni e come tutti gli altri compagni di scuola, anche lui ha sulla guancia un segno rosso di rossetto. E’ stato il primo gesto della mattinata. Giacomo è tra la folla degli studenti radunatasi nella piazzetta della Creatività, davanti al liceo, e assiste al flash mob che alcune classi della sua scuola hanno ideato, ieri, per la giornata contro la violenza di genere. Uno dopo l’altro i giovani si sono avvicinati al centro della piazza con delle rose bianche, le hanno sdraiate a terra e le hanno collegate con un nastro arancione. L’effetto finale è stato quello ci disegnare un cerchio dove al centro campeggia una scarpetta rossa.

La narrazione è simbolica ed è immediata per le nuove generazioni, più di mille discorsi: "Ne abbiamo parlato a scuola quando abbiamo dovuto progettare questo flash mob", dice Elena, tra le studentesse che ha dato voce insieme a Gea, Dalia, Barbara, Leonardo, Viola a tante lettere rivolte ad una immaginaria donna, vittima di abusi. "Mia mamma l’ha vissuto e ancora lo vive sulla sua pelle – dice timidamente una delle studentesse immersa nel pubblico –: manifestazioni come questa credo diano coraggio affinché chi subisce non si isoli. Quando tornerò a casa abbraccerò la mia mamma perché non è sola, ma come hanno detto in tanti oggi, gli strumenti per uscire dalla sua situazione ci sono".

I simboli muovono le coscienze se a monte c’è stata una riflessione: "Abbiamo affrontato il tema in classe – spiega la preside Serena Perugini –. Il cerchio con nastro arancione e la rosa bianca, cosa vuol dire? Il bianco è il colore internazionale della lotta contro la violenza sulle donne; l’arancione è, invece un colore che infonde energia ed è simbolo della giornata. Il cerchio è una forma perfetta, forma della Dea madre terra: importante essere uniti in un cerchio perché ci si sente sostenuti, collegati e mai soli. La composizione del cerchio avviene contemporaneamente alla lettura di testi redatti dagli allievi che hanno immaginato di scrivere una lettera alla vittima di femminicidio e hanno immaginato che cosa avrebbero potuto dirle se l’avessero potuta incontrare. Ringrazio gli insegnanti Galeazzi, Baiocchi e Federici e gli studenti di terza e quarta superiore sezione di grafica che ci hanno accompagnato in questo percorso di arricchimento personale".

Al flash mob è seguito un fragoroso applauso anche tra le autorità: presenti il sindaco Andrea Biancani e gli assessori Murgia e Mengucci; l’europarlamentare Matteo Ricci; il questore Francesca Montereali e Pietro De Donno, luogotenente carica speciale, comandante della stazione dei Carabinieri di Pesaro. Biancani ha parlato di gentilezza ai ragazzi, mettendo in guardia sui dati che riguardano l’amore malato: "Gli abusi, nella maggioranza dei casi, avvengono in casa – ha detto Biancani –. La cultura del rispetto deve quindi crescere prima di tutto in famiglia. Possiamo e dobbiamo dare tutti il nostro contributo perché ciò avvenga". La stessa Questura ha organizzato un gazebo di ascolto per la cittadinanza dalle ore 8 alle ore 14 in Piazza del Popolo, con la collaborazione della CRI, dell’Associazione Gens Nova e di alcune classi del Liceo Artistico Mengaroni.

Tolto il segno di rossetto gli studenti del Mengaroni ieri ieri hanno animato con una performance anche un altro importante appuntamento: in Prefettura nel salone Metaurense c’è stato ieri alle 17,30 "Ris-volti", un confronto sul fenomeno della violenza, alla presenza del prefetto Emanuela Saveria Greco con interventi del filosofo Paolo Ercolani; della psicologa Stella Grassetti, della storica Annateresa Rondinella e della videotestimonianza del magistrato Francesco Menditto, procuratore di Tivoli. L’evento è stato organizzato dalla Rete “La donna si racconta“ (Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani, Lions Club Pesaro Della Rovere, Soroptmist Pesaro, Fidapa Pesaro, Cif Comune di Pesaro, Cif Provinciale Pesaro- Urbino, Terziario Donna Confcommercio di Pesaro, 50&Più Pesaro e gode del patrocinio del Comune di Pesaro, della Provincia di Pesaro e Urbino e della Regione Marche – Giunta Regionale)

Solidea Vitali Rosati