REDAZIONE PESARO

Le orecchie restano a sventola, e lei spacca tutto

Non le piacevano le sue orecchie. No, non andavano. Le parevano a sventola. Così ha bussato allo studio di...

Non le piacevano le sue orecchie. No, non andavano. Le parevano a sventola. Così ha bussato allo studio di chirurgia plastica del dottor Gianlorenzo Orazi di Pesaro e si è sottoposta ad un primo intervento. Che pareva esser andato bene ma non agli occhi della cliente. Così, una ragazza albanese di 31 anni, residente a Pesaro, si è ripresentata dal medico per una correzione che le è stata rifatta. Niente da fare, non andava bene nemmeno questa volta. Terzo round, persino gratis, ma ancora delusione. Per un motivo: il medico le aveva dato una cuffia da tenere in testa per un certo periodo affinché la correzione si solidificasse ma la ragazza non aveva obbedito alle indicazioni del chirurgo. Di fatto, la cuffia non la infilava mai o quasi. Ma alla terza visita in ambulatorio, la ragazza ha preso un porta ombrelli lanciandolo contro la vetrata per poi urlare e fare di tutto per creare danni e spavento allo studio e ai clienti che vi erano in quel momento.

Una volta spaccato ciò che ha potuto rompere, la donna se n’è andata. Ma non ha fatto molta strada. Lo studio medico del dottor Orazi ha presentato querela per i gravi danneggiamenti provocati dalla cliente trascinandola in tribunale. Ieri c’è stata l’ultima udienza, con la sentenza di condanna a sei mesi di reclusione da parte del giudice monocratico. Ieri, alla domanda dell’avvocato difensore verso la segretaria dello studio che ha vissuto in diretta le escandescenze della cliente, in particolare se fosse disposta a ritirare la querela, la signora ha detto no perché l’imputata aveva fatto qualcosa di troppo grave. Lo studio non si è constituito parte civile. Proprio la ragazza responsabile del danneggiamento, ha chiesto di essere ascoltata dal giudice. Ha cercato di ribaltare le resposabilità sullo studio, come se lei fosse stata bersagliata dal porta ombrelli, e che comunque era molto nervosa per il tipo di intervento subìto.

Il giudice, al termine della camera di consiglio, ha condannato la 31enne a 6 mesi di reclusione e al pagamento delle spese legali.