REDAZIONE PESARO

Le Marche sono ancora arancioni: è polemica

Il declassamento dura due settimane, come sempre. Acquaroli: "Decisione senza logica per la fase che viviamo. E i numeri sono da giallo"

"Il dato settimanale delle terapie intensive non è mai stato superiore al 21,1%". Lo ha precisato la Regione Marche a poche ore dalla decisione del ministro della Salute, Roberto Speranza, su eventuali cambi di colore tra regioni. Il presidente della Regione Francesco Acquaroli aveva addirittura ipotizzato un ritorno in fascia gialla dopo una sola settimana. Eppure da quando sono state introdotte le fasce colorate per le Regione era noto che ogni decisione valeva almeno per due settimane. Quindi nelle Marche da lunedì si rimane arancioni. La giunta regionale però vuole specificare: "A fronte di dati stampa dei ricoveri da Covid-19, più alti rispetto a quanto effettivamente registrato, la Regione Marche precisa che il tasso di occupazione nelle terapie intensive segnala il valore odierno di 18,5%, mentre in area medica il valore risulta di 29,3% – conclude la nota –. Su base settimanale il dato delle terapie intensive non ha mai superato il valore del 21,1%, ben inferiore al 23,9% attribuito alla regione". Nel frattempo venivano annunciate le modifiche di altre regioni: "Da lunedi prossimo la Sicilia passa dall’arancione al giallo. Il Molise, invece, da zona bianca diventa gialla. Sono queste le nuove fasce – scrive il Ministero – di colore che, con l’ordinanza del Ministro della Salute Speranza, saranno in vigore da lunedì prossimo". Acquaroli non ha nascosto l’amarezza per il mancato ritorno in zona gialla: "Oggi (ieri, ndr), giorno di valutazione per le fasce di colore, il ministro Speranza mi ha confermato che le ordinanze valgono per due settimane e che per uscire dalla zona arancione serve avere due rilevazioni rientranti nei parametri sotto la soglia. Già in questa settimana i parametri dell’occupazione dei posti letto in area medica sono rientrati. Questo provvedimento appare fuori dalla fase che stiamo vivendo, e purtroppo sembra di vivere una situazione paradossale, con l’utilizzo di un metodo che era stato ideato in una fase di assoluta emergenza ma che adesso sembra del tutto sproporzionato".

Quanto al bollettino di ieri, i ricoveri continuano la loro fase discendente: ieri erano 348 (-13). I pazienti in terapia intensiva sono 47 (-3), quelli in semi intensiva 68 (invariati). Sei i decessi nell’ultima giornata che fanno salire il totale a 3.497: sono morti 4 uomini e 2 donne, di età compresa tra 60 e 93 anni, tutti con patologie pregresse. Continua a scendere anche il tasso di incidenza dei nuovi casi Covid su 100mila abitanti nelle Marche, arrivato a 1.190,95 (ieri 1.289,12). Secondo l’Osservatorio epidemiologico regionale, si va verso una regressione della curva epidemica: con l’andamento attuale si dovrebbe chiudere la settimana con circa 18mila casi, -43% rispetto alla precedente quando erano stati 31mila. Sono 2.030 i positivi rilevati nelle 24 ore, 38,4% su 6.656 tamponi analizzati del percorso diagnostico, su un totale di 10.719 tamponi complessivi. Sono 475 i soggetti con sintomi. La provincia di Ancona è quella con il maggior numero di casi, 736, seguita da Macerata con 587, Pesaro Urbino con 446, Ascoli PIceno con 355, Fermo con 325, oltre a 107 casi fuori regione.