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Latte TreValli e soda caustica, il grido dei sindacati: “Stupore per l’inchiesta”

Cisl, Cgil e Uil intervengono sullo scandalo scoppiato in provincia di Pesaro sul latte scaduto corretto con soda caustica per il suo riutilizzo: “Emerga la verità”

La sede della Trevalli Cooperlat

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Pesaro, 27 aprile 2024 – Le insegne sindacali intervengono a gamba tesa sullo scandalo scoppiato nelle Marche riguardante il caso del latte TreValli della Cooperlat. Ovvero la maxi perquisizione dei carabinieri Nas nello stabilimento di Fattorie Marchigiane di Colli al Metauro: lì sono stati trovati grosse quantità di soda caustica e acqua ossigenata utilizzate, verosimilmente, per correggere l’acidità del latte avariato che così veniva rimesso in produzione. Per questo motivo sono state indagate nove persone tra i vertici dell’azienda, accusate di frode in commercio e di adulterazione del latte.

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TreValli Cooperlat e Fattorie Marchigiane: cosa sappiamo delle aziende al centro dell’inchiesta

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“Apprendiamo con stupore le notizie apparse sugli organi di controllo informazione riguardo l’inchiesta che sta interessando un’azienda del gruppo Cooperlat – scrivono in una nota i sindacati -. Come organizzazioni sindacali del settore agroalimentare FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UIL delle Marche sono dalla parte della legalità, del rispetto delle norme e sempre pronte a denunciare le irregolarità di ogni genere”.

Lo scandalo del latte avariato è partito dalla denuncia di una ex dipendente dell’azienda che ha vuotato il sacco ai carabinieri dopo essere stata licenziata. A riprova che la pratica del latte scaduto (e di altri prodotti del marchio TreValli) trattato con la soda caustica era una pratica conosciuta da anni da parte dei dipendenti. Tutto questo ha fatto scattare l’indagine della Procura di Pesaro. 

“Fermo restando la presunzione di innocenza – conclude la nota dei sindacalisti -, essendo in gioco la sicurezza alimentare e la salute, confidiamo nel lavoro delle autorità preposte e auspichiamo che la verità emerga quanto prima nel rispetto dei consumatori, degli stessi lavoratori interni e dell’indotto anche a tutela dell’immagine di qualità di tutto il comparto”.