REDAZIONE PESARO

L’assalto dei Papaboys "L’esperienza di Lisbona ci ha cambiato la vita"

Preferito il pullman all’aereo, per dare a più ragazzi la possibilità di partecipare. L’entusiasmo nei racconti: "Incontrare i giovani di tutto il mondo è bellissimo".

L’assalto dei Papaboys "L’esperienza di Lisbona ci ha cambiato la vita"

Una volta li chiamavano i Papa-boys. Perché spiegare che cosa ti lascia dentro una Giornata Mondiale della Gioventù non è così immediato. I 226 ragazzi della nostra provincia fra i 16 e i 30 anni che stanno rientrando da Lisbona, dove hanno incontrato Papa Francesco al culmine di un viaggio davvero internazionale, sono ancora storditi dalle emozioni. "Ho 18 anni compiuti da poco - racconta Lorenzo, della Parrocchia di Santa Croce - e mi porto a casa un’esperienza che ti cambia la vita: incontrare giovani di tutto il mondo che sono lì per le tue stesse motivazioni è bellissimo, oltre che gratificante. Dopo i racconti di chi era stato a Cracovia non vedevo l’ora che toccasse a me, ed è un viaggio che ha rispettato le mie aspettative. Cercherò di raccontarlo ai miei amici che non vivono la fede, sperando di essere compreso. Il segreto è ascoltare, ha detto Papa Francesco e questa frase me la sono segnata, è un caposaldo del dialogo".

Mentre Laura, 24 anni, di Fossombrone, ha vissuto tutto con un’altra ottica: "Nel 2016 a Cracovia ero ancora minorenne, forse cercavo altre cose, ma la condivisione fra le varie fasce d’età è stata significativa. Ora devo ancora dare un nome a questa gioia che mi porto dentro, gli ultimi giorni insieme da soli serviranno a rimettere insieme tutte le sensazioni provate".

Un lungo viaggio in pullman con tappe ad Avignone e Saragozza all’andata, mentre al ritorno si fermeranno a Valladolid e Lourdes prima di rientrare a Pesaro, domani sera. "Abbiamo preferito così anzichè in aereo, per dare a più ragazzi la possibilità di partecipare - spiega Don Enrico Giorgini, parroco di Villa Fastiggi, uno dei 6 sacerdoti presenti con Don Mario Florio, Don Lorenzo Volponi, Don Alberto Levrini, Don Valerio Rastelletti e Don Marco Di Giorgio -. E poi perché lungo la strada abbiamo incontrato altre comunità. Per molti dei nostri era la prima Gmg e sono stati catapultati in una dimensione mondiale: nella piana di Campo di Graça, davanti a un milione e mezzo di giovani, il Papa li ha invitati ad alzarsi, a prendere coscienza della propria vita, a non stare a guardare ma rendersi attivi, nella Chiesa e nella società". In mezzo ai 226 giovani di Pesaro, Fano e Urbino (120 i pesaresi), c’era anche l’arcivescovo Sandro Salvucci.

"Ha condiviso con loro entusiasmo e fatiche, dormendo a terra nel sacco a pelo, la notte della veglia - dice Don Marco Di Giorgio, parroco di Montecchio -. Le sue catechesi durante il viaggio hanno affascinato e colpito i ragazzi. Per me, che ho iniziato con la Gmg di Santiago nel 1989, è stato emozionante veder salire sui pullman i figli dei ragazzi che erano con me vent’anni fa". Le Giornate Mondiali della Gioventù lanciate da Papa Wojtyla a Buenos Aires nel 1987, sono giunte alla 15ª edizione. Nell’ultima a Panama (2019), prima del Covid, la diocesi pesarese non aveva partecipato: "Erano passati 7 anni da Cracovia, non sono pochi nella vita di un giovane, per cui non ci aspettavamo tutta questa partecipazione" ammette ’Digio’. Ma il fascino dell’incontro con i giovani da tutto il mondo - 200 le nazioni presenti a Lisbona - esercita ancora un’enorme attrattiva. Il 7 settembre, al Parco Miralfiore, lo racconteranno alla città.

Elisabetta Ferri