BENEDETTA IACOMUCCI
Cronaca

"Medici bravi con i miei genitori": dona all'ospedale di Pesaro case e terreni

Ora saranno messi all'asta: in vendita 10 lotti provenienti dal lascito testamentario. Draisci: "Ecco cosa ne faremo"

Antonio Draisci, direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera

Pesaro, 20 febbraio 2022 - L’ospedale di Pesaro vende case e terreni. Un totale di 10 lotti che potrebbero far incamerare – nella più ottimistica delle ipotesi – quasi tre milioni di euro. Soldi da investire in tecnologie e innovazione. E’ stato pubblicato un bando di gara per un’asta pubblica con scadenza 2 marzo: contiene numerosi lotti, relativi a terreni agricoli, ma anche fabbricati e magazzini, alcuni dei quali derivano da un lascito testamentario del 2015 in cui l’azienda ospedaliera figura come erede universale. A lasciare i propri beni all’ospedale cittadino era stato Oliviero Ruggeri, ingegnere, di Villa Fastiggi, titolare di un’azienda agricola in strada In Sala.

I genitori erano stati curati all’interno dell’ospedale cittadino, motivo per cui evidentemente l’ingegnere, molto noto a Villa Fastiggi, riteneva di avere un debito di riconoscenza con i medici e il personale del San Salvatore: da qui la decisione di lasciare tutto all’azienda. Dopo un lungo iter notarile quei terreni e fabbricati sono entrati definitivamente nel patrimonio ospedaliero, che ora ha deciso di farne cassa, insieme ad altre proprietà che fanno parte di precedenti lasciti.  

A parte un appartamento con magazzino a Villa Fastiggi (a circa 241mila euro), in strada in Sala, e altri due fabbricati con terreno in via Pantano e via Madonna del Monte, il resto dei lotti si riferisce a terreni agricoli: a Ginestreto, Santa Veneranda e ben cinque appezzamenti in strada In Sala, a Villa Fastiggi. Alcuni sono liberi, altri hanno contratti di affitto in scadenza. L’offerta va fatta al rialzo.

Il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera, Antonio Draisci, è possibilista: "Riteniamo che possa esserci interesse – dice –: ovviamente tutto dipende anche dalla congiuntura economica. Se l’asta andrà deserta, valuteremo se attendere una congiuntura economica più favorevole o fare valutazioni di mercato". Ovvero, un’altra asta con prezzi più bassi. "Si tratta comunque di tutelare gli interessi dell’azienda ospedaliera". Azienda che ovviamente beneficerà degli introiti. In che modo? "Sicuramente investiremo in tecnologia e innovazione. Le necessità sono tante e diverse: si pensi che un solo acceleratore lineare costa tre milioni. Appena disporremo delle risorse, comunque, in pochi giorni faremo i progetti".  

Non è la prima volta che privati cittadini decidono di donare i propri beni all’azienda: "A livello di lascito testamentario – spiega Draisci – l’ultimo caso è questo dell’eredità Ruggeri, nel 2015. Ma le elargizioni sono molte e continue, da parte di imprenditori e privati cittadini, sotto forma di denaro e tecnologie. Senza calcolare la grande prova di solidarietà durante la prima ondata Covid, quando i cittadini raccolsero spontaneamente circa 3,3 milioni di euro che abbiamo prontamente utilizzato per l’acquisto di respiratori, defibrillatori, letti. In generale, la gratitudine si esprime non solo in apprezzamenti ma anche con segni tangibili". Risorse, anche quelle eventualmente derivanti dall’asta pubblica, che non potranno essere utilizzate per il personale: "Per quello – sottolinea Draisci – ci sono altri canali, regionali".