"La visita di Berlinguer a Urbino, un fuori programma intellettuale"

Giorgio Londei ricorda quando il leader del PCI chiese di fare un giro riservato per la citttà.

"La visita di Berlinguer a Urbino, un fuori programma intellettuale"

Giorgio Londei ricorda quando il leader del PCI chiese di fare un giro riservato per la citttà.

Enrico Berlinguer a Urbino in incognito. Sono passati quasi 45 anni eppure il ricordo nella mente di Giorgio Londei è ancora vivo. Del resto, non ci sono foto o scritti a testimoniarlo, tutto fu “segreto“. "Erano i primi di luglio del 1980 – racconta Londei – e Enrico Berlinguer era in visita a Pesaro. Io, che ero candidato a sindaco alla imminente tornata elettorale, vengo invitato a cena con lui insieme a Marcello Stefanini e Lamberto Martellotti. Berlinguer era costantemente scortato da agenti scelti di origine sarda. Era sotto scorta per vari motivi, a partire dalla carica di segretario del PCI, per finire con delle minacce che aveva subìto da varie parti".

Durante la cena, la proposta d’impulso: "A un certo punto – continua Londei – Berlinguer mi disse: “Domani mattina voglio venire a Urbino“. Essendo ormai le ore 22 io inizialmente esprimo dei dubbi, ma lui insiste: “Ho un grande desiderio di visitare il Palazzo Ducale. Voglio vedere Piero della Francesca, la Flagellazione e la Madonna di Senigallia. E anche la Città Ideale“. Fu irremovibile. Mi diedi subito da fare per combinare la visita. Le uniche due persone che avvisai, chiedendo assoluto riserbo, furono il sovrintendente Paolo Del Poggetto e la direttrice amministrativa Clorinda Petraglia. Il seguito di Berlinguer ottenne che non venissero fatte fotografie, tanto è vero che a differenza della visita di Togliatti nel 1947, di questa che io sappia non c’è nessuna foto. Se non erro, ma purtroppo non posso saperlo esattamente, la cena si tenne il 3 luglio e la visita il 4. L’accordo fu di vederci alla Croce dei Missionari: arrivò con un’auto blindata. Siccome voleva dare uno sguardo alla città, lo portai un momento alla fortezza Albornoz; da lì, andammo al Palazzo Ducale. A differenza di quel che forse si crede, Berlinguer era un profondo uomo di cultura: conosceva benissimo Raffaello, per cui si soffermò sulla Muta. Poi vide la Città Ideale, le varie altre opere del palazzo e fu entusiasta nell’ammirare i due capolavori di Piero della Francesca, di cui già aveva una vasta conoscenza. Fu sicuramente una giornata indimenticabile, che probabilmente mi portò fortuna, perché pochi giorni dopo vinsi le comunali e divenni sindaco per la prima volta".

gio. vol.

Foto: in alto

Enrico Berlinguer,

a lato Giorgio Londei