Le telecamere di piazza Matteotti inchiodano il bengalese di 30 anni protagonista della violenza sessuale ai danni di una donna peruviana di 49 anni. Dalle immagini è tutto chiaro. Si vede che la donna viene avvicinata nei pressi della pensilina dell’autobus, vicino alla strada e che la stessa viene costretta a seguire l’uomo sotto la minaccia di un coltello dal manico bianco. Probabilmente un arnese da cucina che il bengalese potrebbe essersi procurato nel ristorante dove aveva lavorato fino a tarda sera come aiutante di cucina.
Era infatti domenica e il 30enne aveva probabilmente fatto tardi sul lavoro prima di trascinarsi lungo la notte per le vie del centro fino all’aggressione avvenuta all’alba. Dalle telecamere si vede che la donna viene costretta ad attraversare la piazza fino al pertugio, alla strettoia tra i due chioschi che sbuca nel giardino dove è avvenuta la violenza. E qui le immagini scompaiono. Poco dopo sono stati i carabinieri ad evitare il peggio, intervenendo in pochi istanti, dopo che erano arrivate al centralino diverse chiamate da parte di persone che avevano udito le disperate grida della donna. Una volta visti i militari, il bengalese è scappato ma è stato subito arrestato. In quel momento non aveva il coltello addosso. E’ per questo, per ritrovare l’arma, che poi i carabinieri sono tornati più volte sul posto, cercando nel prato dove i due erano seminudi, con la donna che stava disperatamente chiedendo aiuto. Il trentenne ha comunque negato che il coltello fosse il suo. Il resto lo racconterà, forse, al Giudice per le indagini preliminari che lo interrogherà domani mattina alle 9 nel carcere di Villa Fastiggi, dove è rinchiuso da lunedì mattina. La convalida dell’arresto è prevista infatti per domani. Dovrà rispondere di violenza sessuale, reato che si è comunque giuridicamente anche se di fatto la donna è stata salvata dal provvidenziale intervento dei carabinieri, quindi di possesso di un’arma, il coltello, usata per minaccia e infine di resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo se n’era andato dal Bangladesh cinque anni fa lasciando a casa la moglie. Da tre era Italia e aveva chiesto asilo.
Anche il sindaco Biancani e l’assessora Mengucci, che hanno espresso solidarietà alla vittima, hanno evidenziato l’importanza delle telecamere: "La polizia locale – scrivono – ha già fornito ai carabinieri le immagini delle 6 telecamere di videosorveglianza presenti in piazzale Matteotti. In tutto il centro storico, invece, se ne contano 15 (escluse quelle della stazione e del sottopasso) che potranno essere messe a disposizione qualora ne venga richiesta la visione. Invitiamo tutte le donne in difficoltà a contattare il centro antiviolenza “Parla con Noi“, un punto di riferimento del territorio per tutte le donne che subiscono maltrattamenti, violenze fisiche e psicologiche, con un personale femminile competente e specializzato, in grado di gestire le varie fasi del percorso di uscita dalla violenza".
Davide Eusebi