La tragica pagina su Federico Ubaldo

Gli ultimi momenti di vita del figlio dell’ultimo duca nella loro drammaticità

Il manoscritto di Ippolito Benedetti è composto da 204 pagine ben leggibili.

Le notizie contenute sono state raccolte dal Benedetti con scrupolo, traendole non solo da libri a stampa ma anche da antichi manoscritti. L’opera si apre descrivendo lo Stato d’Urbino e le sue origini, per poi approfondire la vita di ogni Conte d’Urbino, proseguendo con la vita dei Duchi per finire con la morte del principe Federico Ubaldo (1605 - 1623).

Si legge: "Raccontasi, che nell’Albeggiar del giorno che egli morì, si alzasse dal letto per veder partire sei belli Cavalli della sua stalla e poi ritornasse a letto, comandando ai Suoi Camerieri che se non chiamava, non aprissero la porta della Camera, perché voleva riposare. Passate molte ore, li Camerieri attendevano la voce del Padrone, ma risorsero di sforzare la porta, ed entrati dentro la stanza ritrovarono il cadavere gelato con la faccia in giù steso nel letto con profluvio di umore che gli usciva dalla bocca. Ed ecco il fine di questo miserabile Principe, in cui restò spenta la Serenissima linea Della Rovere. Questi nacque in Urbino con giubilo Universale, e morì nella stessa Città non compianto da Veruno".

Il manoscritto prosegue con la narrazione di cerimonie, elencandone invitati e servitori; conclude l’opera parlando dell’antica via Flaminia, un ramo della quale passava per Urbino e veniva chiamato Fiamenga.

Foto: dipinto di Federico Ubaldo da ragazzino (opera di Claudio Rifoldi)

ora conservato

a San Paolo del Brasile