
La Soprintendenza al Comune: "Viale Cairoli è un bene tutelato"
"Viale Cairoli è un bene tutelato secondo il codice dei beni culturali e del paesaggio". Così la Soprintendenza scrive al Comune in merito alla salvaguardia di viale Cairoli, in parte sacrificato (è previsto l’abbattimento di 16 platani) per consentire l’ampliamento del sottopasso ferroviario. Nella lettera inviata all’amministrazione comunale il 26 luglio, la Soprintendenza chiede chiarimenti sul progetto redatto da Rfi per un importo di 2,5 milioni di euro (2 milioni sono di Rfi, 500mila euro del Comune). Conferma l’assessore ai Lavori pubblici Barbara Brunori: "Il 28 luglio abbiamo inviato il progetto alla Soprintendenza e siamo in attesa di una risposta". A coinvolgere la Soprintendenza, all’inizio di luglio, sono state le associazioni e i cittadini contrari all’intervento che prevede l’eliminazione delle barriere architettoniche, la creazione di un sottopasso più ampio e l’abbattimento di 16 platani. Tra coloro che avevano sollecitato l’intervento della Soprintendenza c’erano Lorenza Mochi Onori, già soprintendente e direttore generale per i Beni culturali delle Marche, i rappresentanti di cinque associazioni (Dimore storiche italiane, Argonauta, Legambiente, Lupus in Fabula, Italia nostra) e il conte Luciano Filippo Bracci, in qualità di comproprietario dei terreni interessati dal progetto e concessi in enfiteusi al Comune di Fano dal conte Giuliano Bracci (nonno di Luciano Filippo Bracci). I cittadini e le associazioni che si sono rivolti alla Soprintendenza hanno anche ricostruito la storia di quel viale che " risale al 1876 e da allora – spiegano – rappresenta l’accesso principale dalla città murata allo stabilimento balneare del Lido, realizzato a metà del XIX secolo. Lungo circa 500 metri, il viale è caratterizzato da tre corsie alberate sullo stile ottocentesco dei grandi viali delle metropoli europee". A testimoniare che la sua costruzione risale al 1876 c’è "il contratto di enfiteusi perpetua stipulato nel 1901 tra il Comune di Fano e il conte Giuliano Bracci proprietario dei terreni in zona Lido, per concessione di Urbano VIII del 1642. Terreni utilizzati già da molti anni dall’Amministrazione comunali e in cui si parla di viale Cairoli, aperto nel 1875, ‘per accedere allo stabilimento’ e che nel 1876 ‘venivano, a cura del Comune, alberati i due viali fiancheggianti la strada che, successivamente su delibera consiliare, furono chiamati viali Cairoli’". Sostanzialmente viale Cairoli "dopo 150 anni mantiene la forma iniziale di viale ‘nobile’ con la parte centrale per il traffico veicolare e ai lati i viali alberati".
Anna Marchetti