di Benedetta Iacomucci
"Maria Cecilia Hospital Pesaro". Se andrete dal centro verso Villa Fastiggi, all’altezza del curvone della Montelabbatese, forse già dal prossimo anno lo vedrete sorgere alla vostra sinistra, nel cuore del quartiere nuovo. E’ l’ospedale privato che nascerà dalle ceneri dell’Rsa Cives. Una svolta epocale nel sistema sanitario della provincia, con veri e propri reparti ospedalieri localizzati all’interno di strutture aziendali. E non è più soltanto un auspicio ma un fatto messo nero su bianco giovedì sera davanti al notaio, dove si sono ritrovati il consorzio di cooperative "Villa Fastiggi" che ha gestito fino ad oggi – e con alterne fortune – i 90 posti della Rsa, e il gruppo Gvm a cui fa capo l’ospedale privato di Cotignola, ovvero "Villa Maria Cecilia Hospital". E già dal nome si capisce che ciò che vedrà la luce a Villa Fastiggi sarà proprio un "Cotignola 2". Il consorzio, presieduto da Gino Grandoni, ha ceduto al gruppo Gvm di Ettore Sansavini il ramo d’azienda che gli consentirà di continuare a gestire l’attività mentre si progetta il nuovo ospedale. Manca soltanto il passaggio della titolarità a Gvm dell’autorizzazione all’esercizio sanitario. Un atto più formale che sostanziale, che spetta alla Regione e potrebbe definirsi in un paio di settimane.
Ma Gvm ha acquistato anche un’area adiacente al complesso residenziale-sanitario: un terreno da 3mila metri quadrati e già a destinazione d’uso sanitaria, quindi subito pronto per l’ampliamento previsto dalla nuova proprietà. Ampliamento che porterà alla realizzazione di una clinica per acuti con sale operatorie, ambulatori, diagnostica, stanze per la degenza. Mentre nulla cambia per gli 80 posti letto di KosCare, ovvero l’altra metà dell’edificio di Villa Fastiggi, che verosimilmente avrà un ruolo di supporto al nuovo ospedale privato. "Non acquisiremo l’immobile, che resterà in capo al fondo a cui pagheremo l’affitto – precisa Sansavini –: fondo che per altro è disponibile a svolgere i lavori per la realizzazione dei nuovi spazi necessari per le sale operatorie".
Un’operazione dunque che sembra in discesa e destinata a compiersi nel minor tempo possibile: "Partiremo non appena avremo l’ok dai soggetti che hanno in capo la gestione della parte burocratica – aggiunge Sansavini –. Da quel momento in 78 mesi saremo in grado di realizzare la clinica. La nostra idea è fare partire l’attività nel 2024". Quali reparti vi troveranno posto, è materia di discussione con la Regione: "Noi faremo la nostra proposta, abbiamo già avuto dei contatti ma solo a livello informale. Ora abbiamo chiesto un incontro ufficiale. L’obiettivo di entrambi è il recupero della mobilità passiva, dunque certamente affronteremo il discorso dell’Ortopedia in particolare e poi faremo altre valutazioni sulla base delle necessità della Regione. Sempre nell’ottica di dare una mano, perché rispetto al sistema sanitario pubblico, lo voglio dire chiaramente, noi siamo integrativi, non sostitutivi. Facciamo la nostra parte senza pestare i piedi a nessuno".
Nel 2019 (i dati successivi sono influenzati dalla pandemia) i cittadini di Pesaro e Urbino ’emigrati’ in Romagna sono stati 7.912 su un totale di circa 15mila marchigiani. Gli interventi riguardavano in effetti perlopiù l’area ortopedica-traumatologica (2.030 ricoveri da Pesaro su 2.248 totali) e l’area cardiologica interventistica (107 su 188). "Noi gestiamo la cardiochirurgia per tutta la Romagna ma per Pesaro forse manca il bacino d’utenza necessario" precisa Sansavini. Va detto che il 60% dei ’migranti sanitari’ in Romagna ha scelto, sempre nel 2019, una struttura privata. In numeri assoluti, significa che i pesaresi che sono andati in una struttura privata dell’Emilia Romagna sono stati 1653 per l’area ortopedica e 81 per l’area cardiologica. Trasferte sanitarie che, in generale, per quanto riguarda la nostra provincia hanno pesato sul bilancio regionale per 39 milioni di euro.
"Abbiamo un sistema sanitario che ci invidiano nel mondo, ma la domanda è tanta e il pubblico da solo non può rispondere. Il Maria Cecilia hospital di Pesaro sarà una struttura mista, con posti privati e posti convenzionati con la Regione ma anche con le assicurazioni, che sono ormai la seconda stampella del sistema. Perché la sanità è un’impresa che va gestita nel rispetto della persona". Sansavini lo dice proprio mentre si trova in ospedale per un piccolo intervento. "A Cotignola", dice. Ovviamente.