REDAZIONE PESARO

"La rete idrica non poteva essere venduta"

Michele Felici, ex capo dell’ufficio tecnico di Urbino, giudica illegittima la cessione delle condotte da Megas net a Marche Multiservizi"

L’acqua è una risorsa limitata alla quale tutti hanno il diritto universale di accedere. È partendo da questo presupposto che Michele Felici, ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Urbino, ha inviato una lettera aperta ai politici, sindaci e amministratori dell’entroterra della provincia, rivolta anche a cittadini, utenti e associazioni di consumatori, per denunciare come la nostra rete idrica sia diventata privata in maniera illegale, minando questo fondamentale principio. Spiega Felici: "L’accesso all’acqua è un diritto, e non un bisogno che alcuni stanno quotando in borsa. Il Servizio Idrico Integrato (SII), comprende l’asset costituito dalle captazioni, dai potabilizzatori, dalle reti di adduzione e distribuzione, dai manufatti per l’accumulo e sollevamento con i relativi macchinari e, infine, dalle reti di smaltimento con i relativi depuratori. Ovviamente tutto il SII va gestito e, per parlare seriamente della cosa, è necessario distinguere il gestore dal proprietario. Il SII appartiene al demanio: è una cosa esclusivamente pubblica, per esattezza dei vari comuni che dispongono del bene e lo fanno gestire nel modo che ritengono più opportuno per ottenere il miglior servizio al miglior prezzo. Associare gestore e proprietario in un unico soggetto privato significa non trattare l’acqua come una risorsa alla quale tutti hanno diritto di accedere".

Va aggiunta quindi una considerazione legale: il decreto legislativo 152 del 3 aprile 2006 qualifica le infrastrutture idriche come beni demaniali e ne dispone l’inalienabilità ‘se non nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge’; il Decreto Legge 112 del 2008 poi afferma il principio della proprietà pubblica delle reti e ne vieta la cessione a soggetti privati quali sono le società patrimoniali d’ambito, nonostante il loro capitale totalmente pubblico. Prosegue Felici: "Detto ciò, è accertato che la vendita dell’asset idrico di Megas Net a Marche Multiservizi è un atto illegittimo. Megas Net, scorporata appositamente per la gestione della rete, era stata data diversi anni fa in gestione a MMS, finchè intorno al 2018 le quote di Megas Net dei vari comuni sono state ad essa cedute gradualmente, rendendola anche proprietaria. Una sentenza della Corte Costituzionale dell’anno 2011 per un caso analogo conferma che non è possibile che un bene demaniale indispensabile per erogare l’acqua a tutti i cittadini venga ceduto ad un privato. Questa cessione è già stata segnalata alla Procura della Corte dei Conti, al Difensore Civico delle Marche e al Difensore Civico Europeo, ma credo che tutti i politici, gli amministratori, le associazioni ed i cittadini che vogliono difendere veramente la cosa pubblica, che deve appartenere a tutti, debbano farsi sentire affinché la proprietà del SII ritorni ad essere di tutti e si torni ad avere la possibilità di gestirlo o farlo gestire come un bene a cui tutti hanno diritto di accedere". Cosa fare dunque? "Per attuare quanto indicato dal referendum sull’acqua nel 2011, basterebbe riportare tutte le infrastrutture nella proprietà pubblica, che è la premessa necessaria ed indispensabile per considerare l’acqua un diritto di tutti. Poi, la rete può essere gestita bene anche dal privato, ma sempre sotto controllo del pubblico". Felici conclude con un appello. "Ritengo che le varie iniziative, al di là delle parole, debbano essere prese dai singoli politici e amministratori, dai vari gruppi consigliari, dalle tante Associazioni che tutelano l’ambiente. Valutiamo i nostri rappresentanti per le iniziative e gli impegni concreti che a tal proposito prenderanno ora e in vista delle prossime elezioni".