E’ partita con entusiasmo, è tornata con una medaglia. Giada Cerpolloni, salita sul podio degli "Adaptative CrossFit Games", le Paralimpiadi di questa disciplina, ha l’argento vivo addosso. Che non è solo il metallo che porta al collo ("e pesa un sacco" sorride), ma la voglia di vivere e l’energia dei suoi trent’anni, che non si sono piegate davanti alla diagnosi di sclerosi multipla arrivata due anni fa. Anzi, se possibile, la scoperta di questa malattia le ha dato una marcia in più, quella di chi ha fretta e fame di gustarsi le cose della vita. "Quella vissuta in Texas è stata un’avventura fantastica - racconta l’atleta pesarese -, anche perché sono partita da sola. Non avevo mai fatto un volo transoceanico e già questa è stata un’emozione forte. Due scali, di cui il secondo all’aeroporto di Chicago, che mi pareva grande quasi come Pesaro. Comunque, alla fine a San Antonio ci sono arrivata, ho chiamato un Uber (taxi privato - ndr) e mi son fatta portare in hotel, dove finalmente ho trovato i miei colleghi. Di italiani eravamo in sei in mezzo ad atleti di tutto il mondo e questo ti unisce immediatamente".
La gara è andata al di là delle previsioni e all’annuncio della conquista della medaglia Giada è impazzita correndo per tutta la palestra: "In finale ho dato tutto e quando sono scesa dalla sbarra sapevo già di avere in tasca l’argento, perciò la gioia è stata incontenibile. Ha vinto una ragazza americana che viaggia una spanna sopra tutte, ma sapere di essere stata la migliore alle sua spalle mi riempie di orgoglio".
Al suo ritorno, oltre all’affetto di familiari e amici, ha trovato i complimenti del Comune di Pesaro che ora vuole conferirle la targa con il plauso della città e l’invito dell’Aism (l’Associazione sclerosi multipla) nazionale che l’aspetta a Roma a fine novembre per una manifestazione: "Sono contenta di andare a parlare ad un’assemblea con altre persone affette dalla mia patologia, per cercare di trasmettere a tutti coraggio e determinazione - dice -. Mi piacerebbe fare qualcosa anche nella mia città, magari per la sezione dell’Aism di Pesaro, basterebbe un semplice post in rete per coinvolgere le persone e far capire a tutti quelli che hanno la sclerosi multipla, o qualsiasi altro tipo di problema, che gli ostacoli che ci mettiamo davanti sono soprattutto mentali". Datele una medaglia d’oro per questo.
Elisabetta Ferri