
L’associazione “Pianta una pianta e spera“ e Tuberass preoccupate per l’introduzione di nuova burocrazia e costi.
L’Associazione Tartufai Pianta una pianta e spera e la Tuberass, associazione che raccoglie le aziende di commercializzazione e trasformazione del tartufo, lanciano un appello ai sindaci delle tre unioni montane, al responsabile e ai dirigenti del settore agricoltura e all’assessore Antonini della Regione Marche: "Chiediamo – scrivono – di mantenere gratuita la raccolta di tutte le specie di tartufo presenti in tutti i demani della provincia di Pesaro e Urbino, così come è sempre stato e come era stato confermato con una delibera regionale dal precedente assessore Mirco Carloni. Anche dopo modifiche alla legge, risalenti al 2022, era sufficiente infatti presentare una semplice “richiesta d’intenzione“. La delibera di giunta doveva essere adottata dalle tre Unioni Montane entro novanta giorni, al fine di liberalizzare a tutti la cerca di ogni specie di tartufo, rispettando tutte le normative in materia e favorendo le famiglie di queste zone più svantaggiate dando la possibilità di produrre un reddito a favore del territorio. A seguito dell’adozione da parte delle Unioni di linee guida indicate dalla Regione ci ritroviamo invece ingressi limitati, pagamento di un ulteriore tesserino demaniale con costi fino a 250 euro, disparità di trattamento tra demani gratuiti e a pagamento, limitazioni di scelta ed accesso per un solo demanio per un solo anno non replicabile nell’anno successivo".
Le associazioni di categoria si dicono disposte a trattare: "Cerchiamo una soluzione che sia equa per tutti, utilizzando anche il tavolo di trattativa della Filiera della Tartufo, purtroppo non interpellato. Siamo disposti ad aumentare a tutti l’importo del tesserino regionale in maniera ragionevole a decorrere dal 2026 in modo da fermare il malumore creatosi nel settore. La Regione potrà poi provvedere a ripartire le risorse aggiuntive così incassate".
Andrea Angelini