Percorrere 1.220 km in bicicletta, da Parigi a Brest e ritorno, non è uno scherzo. Se poi la distanza va coperta entro 90 ore diventa un’impresa. Si chiamano randonnée queste gare di gran fondo, dove l’importante non è la classifica ma arrivare nel tempo limite: era questa la sfida che si era messa in testa Jana Mazacova, 44 anni, originaria della Repubblica Ceca, ma ormai pesarese d’adozione. E avercela fatta la riempie di soddisfazione. "Quella che ho scelto si tiene ogni quattro anni, come un mondiale, la chiamano la regina delle randonneès e fra l’altro questa era la 20ª edizione, quindi un gara speciale. Ho pedalato per 4 giorni e 4 notti, concedendomi solo dei micro-sonni di 15 minuti mettendo la sveglia, magari su una panchina. Ed è stato questo l’aspetto più duro da sopportare, il resto si fa, compresi i 12.000 metri di dislivello".
Per qualificarsi, però, bisogna partecipare allo stesso tipo di gare nel proprio paese e Jana ha corso per la Nazionale italiana: "Dei 6.800 partecipanti eravamo 379 italiani. Non ero l’unica donna, ma di sicuro ero l’unica pesarese - dice con orgoglio -. La cosa più bella è stata l’organizzazione, davvero perfetta: dai controlli al percorso tracciato, non puoi sbagliare. E lungo la strada ci sono ovunque tifosi che ti incitano e ti danno la carica, oltre che da mangiare e da bere. E, se vuoi, anche un alloggio per la notte. Ma io non avevo tempo per dormire".
Jana è già diventata famosa in città perché a giugno è partita da Pesaro in bicletta per andare a trovare suo papà a Karlovy Vary, la città di cui è originaria, passando in 10 giorni i confini di Slovenia, Ungheria, Polonia e Slovacchia per un totale di 3.000 km fra andata e ritorno: "L’ho fatto per uno scopo benefico, raccogliere fondi per l’Ant, ma anche per dimostrare che le donne possono viaggiare da sole senza avere paura. Oltre che per mostrare le bellezze del mio paese, che non è solo Praga. In più ne ho approfittato per andare ad abbracciare mio padre, rimasto vedovo". Una donna d’acciaio, ma che non insegue la competizione ad ogni costo: "In realtà amo il cicloturismo più delle gare, mi piace conoscere i luoghi a un ritmo più lento, assaggiare le specialità, ammirare la bellezza. Non sono un agonista, anche se da ragazza ho praticato atletica, danza sportiva e hockey su ghiaccio".
Elisabetta Ferri