
Il pestaggio con altra inquadratura
"Ogni volta che esco da scuola mi sembra di rivivere la scena e ho sempre paura che possa ritornare, spero solo che questa storia non si ripeta". E’ ancora scosso dall’accaduto il 14enne studente del primo anno all’istituto tecnico "Bramante-Genga" che è stato violentemente aggredito da due 16enni all’uscita di scuola per gelosia nei confronti di una coetanea. Malgrado la paura il giovanissimo studente ha dimostrato un’enorme forza d’animo. E’ stato assente da scuola solo il giorno dopo il pestaggio. Quarantotto ore dopo era di nuovo tra i banchi, incoraggiato anche dalla solidarietà che gli hanno dimostrato i suoi compagni. La polizia indaga sugli autori della violenza.
L’ipotesi di reato che viene contestata è quella di lesioni nei confronti del 14enne. A coordinare le indagini è la procura del tribunale dei minorenni di Ancona a seguito della denuncia, con nomi e cognomi, presentata dalla famiglia poco dopo l’episodio che si è consumato all’uscita di scuola. Dei due aggressori soltanto uno ha mostrato un po’ di rimorso. Secondo quanto riferito dalla famiglia del ragazzo alla polizia che ha raccolto la denuncia, infatti, sulla chat di Instagram il 14enne ha ricevuto un messaggio di scuse da parte di uno dei due 16enni che lo hanno pestato. Diceva di essersi comportato in quel modo solo perché aveva visto il suo amico, il fidanzato geloso delle presunte attenzioni del 14enne nei confronti della compagna di classe, in difficoltà.
"Abbiamo ricevuto moltissima solidarietà da parte degli altri genitori – racconta la mamma del 14enne -. Pochi giorni dopo l’episodio ho scritto un messaggio a tutti i genitori per informarli di quanto accaduto. In molti mi avevano già contattato ma altri mi hanno ringraziato di averlo fatto perché non sapevano nulla. Non tutti i ragazzi, infatti, a casa avevano raccontato l’episodio ai genitori. Quelli con cui ho parlato sono tutti senza parole, indignati anche nei confronti della scuola. Per noi non è accettabile. Nessun professore mi ha chiamato per chiedermi come sta mio figlio. Sono stati più in gamba i ragazzi che gli hanno dimostrato solidarietà, sono venuti a cercarlo, gli hanno scritto messaggi e l’hanno chiamato. Lui era contento di tornare a scuola, e infatti l’ha fatto quasi subito, perché si sentiva pronto e accolto".