La musica dei nostri compositori. Ecco i marchigiani alla Scala

Domenica al teatro “Rossini“ un recital da non perdere, diretto dal Maestro Daniele Agiman

La musica  dei nostri compositori. Ecco i marchigiani alla Scala

Il direttore d’orchestra Daniele Agiman

di Claudio Salvi

Questa sera a Villa Imperiale (ore 21), con “Il buffo all’opera“ penultimo appuntamento del Festival Belcanto ritrovato. Mentre domenica sera al Teatro Rossini andrà in scena il concerto “I marchigiani alla Scala“, recital per cantanti e pianoforte che chiuderà la terza edizione con la collaborazione dell’Accademia del Teatro alla Scala. Abbiamo chiesto un bilancio del festival al direttore artistico Daniele Agiman.

Maestro Agiman anche questa volta avete riscoperto tesori musicali dimenticati.

"Quest’anno per noi ha comportato un salto di qualità dal punto di vista musicale, organizzativo ed economico. La mission è la stessa: portare all’attenzione del pubblico, degli appassionati un repertorio ingiustamente trascurato".

Quale il metodo che usate?

"Percorriamo strade impervie ma affascinanti individuando autori e composizioni in biblioteche, archivi e collezioni private di tutto il mondo per poi farle trascrivere da specialisti e ottenerne la realizzazione musicale. Uno sforzo notevole ma ricco di soddisfazioni e sorprese in ogni passaggio realizzativo".

Si sente un po’ un archeologo della musica? Cosa prova rispolverando queste vecchie partiture?

"Non sono una Indiana Jones della musica ma certo le “avventure“ musicali che vivo hanno tratti spericolati. Il lavoro capillare che stiamo facendo ci sta mettendo di fronte ad uno sterminato patrimonio musicale in cui è necessario utilizzare criteri di giudizio ed effettuare scelte anche difficili. Il magistero artigianale dei compositori italiani di quel periodo è altissimo con pagine di una qualità elevatissima e scegliere non è impresa facile".

I marchigiani alla Scala. Come è nata l’idea?

"Il segmento finale del festival sarà un vero evento con la presenza del “brand“ Teatro alla Scala con tre straordinari cantanti segnalati dall’Accademia della Scala (Noemi Muschetti soprano, Francesco Castoro tenore e Paolo Ingrasciotta baritono) accompagnati da Michele D’Elia (musicista conosciuto anche a Pesaro per le collaborazioni col Rof), protagonisti di un concerto originale con pagine di compositori marchigiani che hanno avuto l’onore di essere rappresentati nel tempio della lirica, la Scala appunto, nelle stagioni d’opera dell’Ottocento".

E la collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala?

"La collaborazione con giovani artisti da impegnare nelle nostre produzioni è una cifra stilistica e scelta fondamentale del Festival. Lo facciamo già con l’Accademia Rossiniana fin dalla prima edizione e nel tempo abbiamo avuto il contributo dell’accademia di Osimo e del San Carlo di Napoli. Non nascondo però la soddisfazione per questa collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala e in particolare col direttore artistico maestro Borniquez, che ha sposato l’impostazione del Festival e la sua mission".

Che concerto vedremo domenica?

"Nell’anno di Pesaro capitale ci sembrava significativo ricordare quanto i compositori marchigiani (lasciando da parte il “fuoriclasse“ Rossini), fossero presenti nel maggiore teatro italiano dell’Ottocento a riprova del riconoscimento di una scuola compositiva che allora faceva davvero furore".