REDAZIONE PESARO

La biosfera incorona sette vite straordinarie

La missione antifascista di Rosina Frulla, poi Adele Bei e le altre: i loro volti sui led in piazza. Tutto davanti ai liceali del Mengaroni

La biosfera incorona sette vite straordinarie

La biosfera incorona sette vite straordinarie

Approfittando del suo lavoro nella refezione scolastica, Rosina portava viveri ai soldati italiani, prigionieri dei tedeschi. Quella di Rosina Frulla è stata “una vita antifascista“: ieri tra gli applausi, in Piazza del Popolo, il suo volto è apparso, illuminato dai led della Biosfera. La sua testimonianza, con quella di altre sei donne straordinarie, è stata protagonista della giornata dedicata alla Festa dell’8 marzo.

"Frulla partecipava a riunioni clandestine che si svolgevano in chiesa – hanno raccontato gli studenti del liceo artistico Mengaroni, autori della performance che per l’occasione ha sfruttato la magnetica attrattiva della Biosfera: i ragazzi hanno fatto l’illustrazione grafica poi comparsa dalla Biosfera –. Fingendo di pregare e al riparo dagli occhi dei fascisti locali, venivano pianificate le azioni. Per la giovane Rosina, come per molte altre donne protagoniste di quelle vicende, la Resistenza fu un’esperienza importante di emancipazione dalla marginalità e di presa di coscienza antifascista". Ad applaudire lo spettacolo e l’abilità dei liceali, guidata dalle insegnanti della sezione di grafica Isabella Galeazzi e Lucia Gulini con la preside Serena Perugini, non sono mancate due assessori della giunta Ricci: Francesca Frenquellucci e Camilla Murgia. La narrazione multimediale ha evocato le storie avvincenti di Adele Bei, eletta all’assemblea costituente il 2 giungo 1946; la filantropa Wanda De Angelis Di Ferdinando; le attrici Elsa De Giorgi e Ave Ninchi; la poetessa e letterata Costanza Monti Perticari; le rivoluzionarie di professione, Lea e Sparta Trivella. Quest’ultime fondatrici della “Casa delle Donne“, luogo, in città, di emancipazione per generazioni. Le Trivella, costrette ad emigrare a Parigi nel 1921 perché figlie di un socialista, concluse le scuole elementari, iniziarono a lavorare come sarte, vivendo le prime battaglie sindacali. Rientrate a Pesaro nel ’43 fecero parte della Quinta Brigata Garibaldi. Bei, ritenuta “socialmente pericolosissima” fu condannata a 18 anni di carcere durante il periodo fascista, tornò liberà nel 1948. Da parlamentare ha sempre combattuto per il riconoscimento dei diritti civili.

Solidea Vitali Rosati