Due novità in un sol colpo: il Governo Meloni, insieme a Ferrovie, ha deciso di pianificare l’Alta Velocità (Av) anche per la dorsale adriatica, da Bologna a Lecce, altrimenti assente. E non solo. Nello stesso nuovo sedime verrà veicolato il trasporto merci, l’Alta Capacità (Ac) che ci permetterà di sostenere il traffico proveniente dai porti di Gioia Tauro e Taranto senza impattare sui comuni della costa. Sono novità importanti per lo sviluppo e la competitività delle Marche. In pratica nel giro di una trentina di anni – ad essere ottimisti – da Bologna a Lecce avremo una nuova linea ferroviaria con mezzi in grado di “volare“ a 300 km/h. Tanto che dalle Marche potremmo arrivare a Milano in poco più di 2 ore. Ma le città di Pesaro e Fano, attraverso la voce dei sindaci, Matteo Ricci e Massimo Seri, hanno protestato, visto che con questa nuova previsione, verrà meno la riqualificazione del tratto ferroviario odierno per cui con la legge di bilancio del Governo Draghi nel 2021 mise 1,8 miliardi di euro per la realizzazione di un bypass, un nuovo tragitto che avrebbe tagliato i tempi di percorrenza di 9 minuti. Con il ministro Giovannini, infatti, Pesaro era balzata agli onori della cronaca per quel bypass Pesaro-Fano. All’altezza di Gradara sarebbe stato eliminato un “imbuto“, una doppia esse nel tragitto, che crea, oggi, un forte rallentamento.
Assessore regionale alle infrastrutture, Francesco Baldelli (foto) che fine faranno le risorse? 1,8 miliardi di euro non verranno più impegnati per il bypass, giusto?
"Non confondiamo le risorse, che ci sono, con il progetto, che va rivisto per un motivo: il bypass così come inizialmente pensato, causa seri danni a chi vive a Pesaro, Fano, Marotta e Senigallia. Già nel 2022 avevamo chiesto e ottenuto, dall’ex Ministro Giovannini e RFI, di rimodularlo studiando l’arretramento per Pesaro, Ancona e tutte le Marche. Il che significa avere una linea al servizio di tutta la dorsale adriatica e non lasciare indietro lo sviluppo della nostra economia e del turismo, rispetto al Tirreno e alle regioni del nord. Preserviamo le risorse già disponibili inserendole all’interno di un investimento più ampio per Pesaro, Fano ed il resto della regione, togliendo anche i treni merci dalle nostre spiagge".
Perché non sarebbe ragionevole realizzare il bypass Pesaro-Fano?
"Abbiamo salvaguardato i cittadini di Pesaro da un progetto di ‘vivisezione urbanistica’, con quartieri squarciati in due da viadotti alti decine di metri, sostenuti da enormi pile che fiancheggiano le finestre delle case, zone residenziali squassate dallo sferragliare dei treni merci, una stazione appesa per aria come un ottovolante. Qualcuno voleva candidare Pesaro ad essere Capitale della bruttura".
Quando tra 30 anni l’Av e l’Ac dovessero essere realizzate, l’attuale tracciato passa dentro Pesaro come sarà riconvertito?
"Tra qualche mese avremo un progetto. Oggi chi parla di ferrovie lo fa attraverso slogan senza avere in mano nulla di concreto. Il progetto indicherà tempi e costi, offrirà la possibilità di sfruttare l’attuale linea per una riqualificazione sostenibile delle nostre spiagge, che veda l’interconnessione tra metropolitana di superficie, piste ciclabili ed interventi mirati a valorizzare costa, strutture turistiche, ricettive e stabilimenti balneari".
Nella riconversione cambierà il tragitto? Cioè passerà ancora, tale e quale oggi, nei centri abitati marchigiani?
"Questo è stato il motivo principale che ci ha spinti a chiedere una nuova linea, dato che il progetto iniziale del bypass prevedeva l’attraversamento all’interno di quartieri di Pesaro e Fano, con l’ulteriore forte impatto della diagonale di rientro tra il bypass e la vecchia linea".
Solidea Vitali Rosati