Ladri di biciclette. Alle 4 di notte. Sotto gli occhi delle telecamere e del proprietario della bici, che vede praticamente il furto in diretta ma comprensibilmente sceglie di non reagire temendo la ritorsione violenta della baby gang. L’altra notte, ore 4 circa. Siamo sul lungomare Nazario Sauro, proprio all’incrocio con viale Verdi: lo stesso incrocio che due anni fa è stato luogo di uno scontro tra baby gang, tanto da fare scappare dagli hotel vicini qualche cliente che dalle finestre vide le scene di violenza e decise di fare le valigie. Stavolta è successo qualcosa di meno grave, ma sicuramente molto spiacevole. Un ventenne, di Pesaro, è appena arrivato sul posto con degli amici e lega la sua bici al palo metallico su cui sono montate delle telecamere, quelle che appunto vennero messe tempo fa dalla sicurezza che faceva servizio di sorveglianza sui bagni della zona per documentare eventuali reati. Il ventenne lega la sua bici con una catena metallica. Poi con gli amici si siede su una panchina a una ventina di metri, lì vicino, ultime chiacchiere poco prima di rientrare a casa. Vede passare un gruppo di altri ragazzi, più o meno coetanei, quattro o cinque. Il gruppetto passa da lì una prima, poi una seconda volta. Al secondo passaggio, il gruppetto degli amici sente (nel silenzio, erano le 4) un rumore secco metallico, tipico di una tronchesi che taglia la catena. Voltano lo sguardo e vedono uno dell’altro gruppo che infatti si allontana con la mountain bike del ventenne, gli altri due che proseguono a piedi, tranquilli. Il gruppetto – il derubato e gli amici – tentano un primo inseguimento. Il ventenne, che è studente ed era rientrato a Pesaro per le vacanze a trovare gli amici, cerca in quegli attimi, erano le 4,15 circa, di chiamare la polizia. Poi vede che uno dei tre dell’altro gruppo torna indietro e litiga furiosamente con un adulto che era nei pressi, ma lui non sa chi sia e quale sia il motivo della lite. Teme comunque che gli amici del ladro siano armati e con i suoi amici desiste dall’inseguimento. La polizia, con cui il ventenne poi era riuscito a mettersi in contatto, gli dice che deve rivolgersi ai carabinieri, perché quel punto della città è competenza loro. Poi in effetti arriva una gazzella dei carabinieri, ma il gruppetto si era già dileguato. Al mattino, il ventenne può solo andare dai carabinieri a fare denuncia di fuirto. La bici l’aveva appena ritirata dal meccanico, spendendo 30 euro per le riparazioni. Ora spera che dalle immagini delle telecamere si possa almeno risalire al colpevole.
Alessandro Mazzanti