REDAZIONE PESARO

Invelle, l’ode alla civiltà contadina che emoziona

Il film del pergolese Massi alla quarta settimana di proiezione, con recensioni entusiaste: "La storia personale è diventata collettiva"

Il film del pergolese Massi alla quarta settimana di proiezione, con recensioni entusiaste: "La storia personale è diventata collettiva"

Il film del pergolese Massi alla quarta settimana di proiezione, con recensioni entusiaste: "La storia personale è diventata collettiva"

Uscito nelle sale a fine agosto, ’Invelle’, il primo lungometraggio di Simone Massi, è entrato nella quarta settimana di programmazione raccogliendo ampi consensi della critica – capolavoro, poetico, monumentale sono fra gli aggettivi più frequenti – e del pubblico. Un piccolo record per una pellicola ben lontana dai cinepanettoni e realizzata con la tecnica del disegno animato, in Italia spesso associata al cartone animato per bambini.

Massi, a un mese dall’uscita, Invelle è ancora nei cinema, se l’aspettava?

"No, prima dell’uscita nelle sale non me l’aspettavo. Poi, accompagnando il film in varie città d’Italia, ho visto i cinema pieni, applausi a scena aperta. A quel punto ho cominciato a crederci".

Pedro Armocida, noto critico cinematografico, l’ha definito "un’ode incredibile alla civiltà contadina". Perché per lei questa tematica è così importante?

"Quella contadina è una civiltà antichissima, gente che ha passato una vita d’inferno e che con pazienza secolare e sacrifici di ogni tipo è riuscita a cambiare lo stato delle cose, a dare ai figli e ai nipoti una vita migliore. La racconto per gratitudine, perché è quanto di più importante ho da dire".

La critica lo sta amando…

"Ad oggi sono uscite 131 recensioni, 129 positive e soltanto 2 negative. Il film ha una media voto altissima, di 8,6. Un risultato letteralmente straordinario, sbalorditivo. Inutile dire che sono contento, contentissimo".

Quale le ha fatto più piacere?

"Mi hanno toccato profondamente le parole di Franco Lorenzoni, una delle migliori persone dell’Italia contemporanea, ma è davvero difficile sceglierne una. Oltre ad Armocida, infatti, hanno scritto del film critici autorevoli e prestigiosi come Goffredo Fofi, Fabio Ferzetti, Dario Zonta, Luca Raffaelli, Alberto Crespi, Bruno Di Marino, Giulio Sangiorgio, Matteo Marelli, solo per citarne alcuni. Ogni recensione ha portato un punto di vista diverso, originale, utilissimo".

E gli incontri con il pubblico?

"Emozionanti! C’è sempre stata grande partecipazione, attenzione, curiosità, con moltissime domande e dei complimenti e un affetto che ho riconosciuto come sinceri. Si sono commossi in tanti e non solo marchigiani. Evidentemente le storie dei contadini si assomigliano tutte ed è successo quello che in cuor mio speravo: la storia personale è riuscita a diventare collettiva".

C’è qualcosa che in questi incontri l’ha colpita particolarmente?

"Le tante persone, soprattutto donne, che mi venivano a parlare dopo il film raccontandomi fatti privati, di come si siano rivisti all’interno della narrazione o di come il film gli abbia rievocato dei ricordi legati perlopiù all’infanzia o alle storie di genitori e nonni. In alcuni casi ho anche ricevuto dei doni, dei dolci, una cosa bellissima".

È vero che in molti auspicano una visione nelle scuole?

"Sì, ci sono già molte richieste che vengono da insegnanti e istituti delle Marche e fuori regione. A quanto sembra, Invelle continuerà il suo percorso cercando di arrivare ai cuori degli spettatori più giovani".

Federico Temperini