Pesaro, 13 giugno 2018 - "Non vedo l’ora di provare la nuova integrazione". "E la plus? Comunque portami più cose possibili dei prodotti nuovi". E ancora: "Non te la ciucciare la plus! Ci serve sennò non partiamo più". Integrazione, plus, ma anche 'funghi', 'esercizi alla spalla' o 'scheda'. Parole di Filippo Magnini nelle intercettazioni choc finite nelle carte della Procura nazionale antidoping di Roma la quale ha appena chiesto per il due volte campione del mondo 8 anni di squalifica.
Di una cosa è certa la Procura sportiva: che Magnini abbia pagato le sostanze vietate al suo medico nutrizionista Guido Porcellini che se le procurava, con la collaborazione del suo socio in affari, Antonio De Grandis, facendole venire dall’estero. A riprova dell’avvenuto saldo di 1200 euro da parte del campione, c’è un sms del 23 novembre 2015, tra Porcellini e De Grandis nel quale il medico dice: "Filo mi ha pagato 1200 euro". Soldi che ha speso in altro.
Secondo la ricostruzione della Procura sportiva, la consegna del denaro potrebbe essere avvenuta in autostrada. "È meglio fare quella cosa là in autostrada". Magnini insiste per avere quegli integratori. "Mi ha chiamato distrutto, piangendo dalla stanchezza", dice Porcellini a De Grandis nel raccontargli la telefonata ricevuta dal campione a novembre 2015.
Il pesarese pressa anche il fisioterapista perugino, Emiliano Farnetani, tirato in ballo perché dovrebbe analizzare le sostanze e verificare l’eventuale presenza di tracce dopo l’assunzione. Farnetani si lamenta con Porcellini. Che replica, riferendosi a Magnini: "Non dovrebbe rompere, la roba è alla dogana, è una cosa di cui non parlare. Un chilo e mezzo di roba".