REDAZIONE PESARO

Insulti social al ristoratore Carriera, ma il giudice archivia: nessun processo

Uno aveva fatto un fotomontaggio con la sua faccia nelle vesti di Che Guevara con scritto sotto "per fortuna Chè Carriera. Buffone", mentre un altro lo aveva bollato come "pagliaccio". Denunciati per diffamazione dal destinatario di quelle bordate via social, il ristoratore "disobbediente" Umberto Carriera, leader di "Ioapro", ieri il gip Francesco Messina ha archiviato i due "leoni da tastiera" ritenendo che quelle loro espressioni rientrino nel diritto di critica. Erano i giorni in cui il Governo aveva imposto le chiusure serali e altre restrizioni ai locali come misure anti contagio.

Limitazioni che Carriera ha sempre contestato e alle quali aveva reagito con una serie di azioni di disobbedienza civile, tra cui tenere aperti i suoi ristoranti oltre l’orario consentito. Atto che gli era costato anche una multa e sul quale il giudice civile gli ha appena dato ragione, annullando la sanzione.

Fatto sta che sui social, si erano scatenati i suoi detrattori. Tra i tanti, i due pesaresi, autori uno del fotomontaggio di Che Guevara con insulto incluso (difeso dall’avvocato Paolo Biancofiore) e l’altro, uno chef di 36 anni (assistito dagli avvocati Alfredo Torsani e Giacomo Masini) che aveva condiviso la foto di Carriera che brindava con alcuni amici, con sotto scritto "branco di pagliacci". Il ristoratore li aveva denunciati, insieme a tanti altri. La procura aveva però chiesto l’archiviazione. Carriera (difeso dall’avvocato Federico Bertuccioli) si era opposto. Ma ieri il gip ha accolto la richiesta del pm e li ha archiviati.

e. ros.