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Incidente sul lavoro a Palermo, poi l’odissea "Aiutateci a riportare a casa il nostro Mauro"

"Aiutateci a riportare a casa Mauro Andreini". E’ l’accorato appello che i parenti di un 58enne di Mondolfo, Mauro Andreini appunto, hanno lanciato nelle ultime ore per cercare di risolvere la delicata situazione in cui si è venuto a trovare il loro congiunto, vittima di un incidente sul lavoro verificatosi in Sicilia l’11 gennaio scorso. Da allora, il signor Mauro, che è caduto mentre stava lavorando ad un macchinario, riportando la frattura della tibia in tre punti, ferite ad un gomito e un trauma cranico, è ricoverato a Palermo. Prima all’Ospedale Civico e da domenica 24 all’ospedale ‘Cervello’.

"La situazione ci preoccupa – racconta la figlia della sorella del 58enne – perché mio zio è cardiopatico e dall’11 gennaio non gli è stato ancora fatto l’intervento chirurgico necessario a risolvere il grave danno alla tibia e, per di più, dopo un paio di giorni di permanenza all’Ospedale Civico è risultato positivo al Covid, mentre sia il tampone che aveva effettuato alla partenza per la Sicilia che quello fatto all’arrivo erano negativi".

"Lo zio, con cui siamo in costante contatto telefonico – prosegue la nipote – ci ha detto che poco dopo il ricovero all’Ospedale Civico gli hanno immobilizzato la gamba con un fissatore esterno. Poi sarebbe dovuto seguire l’intervento chirurgico, che nonostante la positività al Covid può essere eseguito perché è un asintomatico, ma i giorni sono passati inutilmente. Dal 24 gennaio è stato trasferito al ‘Cervello’ e tutti noi speriamo che la situazione si sblocchi. Anzi, vogliamo che si sblocchi perché non siamo più disposti ad aspettare oltre".

"Una persona, per altro cardiopatica, non può attendere così a lungo con un arto in quelle condizioni. O ci assicurano che lo opereranno entro questa settimana, in modo da rimetterlo in piedi presto e consentirgli, appena si sarà negativizzato, di salire su un aereo e tornare a casa; oppure lo andremo a prendere noi con un’ambulanza e un medico. Fargli fare 20 ore di viaggio su gomma non sarebbe certo il massimo, ma l’operazione non è più rimandabile. Devo dire che oggi (ieri, ndr), dopo che abbiamo reso pubblica la vicenda con un post su Fb siamo stati subito contattati da rappresentanti della Regione, dell’azienda Marche Nord e dal sindaco Barbieri".

s.fr.