REDAZIONE PESARO

In fuga dopo le violenze sessuali, le vittime: “Picchiate e abusate. Ora viviamo nella paura che torni”

Parlano le due donne che hanno fatto condannare Federico Marcelli, evaso dai domiciliari. “L’ho denunciato dopo essere finita in ospedale”. L’altra: “Adesso mi sembra di vederlo ovunque”

In fuga dopo le violenze sessuali. Le vittime: "Picchiate e abusate. Ora viviamo nella paura che torni"

Pesaro, 22 novembre 2023 – Le manipolava. Appariva all’inizio ciò che in realtà non era. In questo modo, Federico Marcelli, 49 anni, ex ristoratore e barista, pesarese, evaso dai domiciliari una settimana fa, aveva agganciato nella sua rete due donne, di 43 e 49 anni, entrambe moldave, per farsi dare soldi ma soprattutto sesso, prima condiviso poi preteso con la forza. Schiaffi e botte facevano parte del repertorio.

Racconta una vittima, di 49 anni: "Mi alzava le mani fino a farmi male, immobilizzandomi per violentarmi ovunque si trovasse. Anche dietro una porta sul retro del bar. Lo poteva fare anche tutti i giorni, e io subivo disperata. Era un malato. Non avevo il coraggio di denunciarlo per la vergogna. Fino a quando non mi ha mandato in ospedale per le botte. Mi aveva gettato a terra, ho battuto la testa e sono rimasta immobile per mezzora. Poi mi sono alzata, sono uscita, l’ho visto seduto che rideva. Sono salita in macchina andando in ospedale. Non so come non sia andata a sbattere. Ma una volta lì i medici si sono subito accorti di tutto quello che era successo, ed hanno chiamato la polizia. Solo a quel punto, ho buttato fuori tutto l’inferno che stavo vivendo". Un’altra donna, di 43 anni, moldava: "Mi ha violentata e messa incinta. Avevo già avuto un figlio da lui, ma voluto, invece dopo ho abortito perché non potevo tenere quel bambino della violenza”.

Entrambe hanno trovato il coraggio di denunciare quell’uomo costituendosi parte civile ai processi fino ad ottenere la sua condanna a 10 anni e 4 mesi di carcere complessivi. Mancava la conferma della Cassazione, ma lui, agli arresti domiciliari, è appena fuggito rompendo il braccialetto elettronico. Che, in teoria, dovrebbe essere indistruttibile e comunque sensibile ai tentativi di manomissione. In questo caso, si è rivelato inutile.

Le vittime, che sono amiche tra loro dopo aver scelto lo stesso avvocato, Elena Fabbri, del foro di Rimini, pregano che lo ritrovino e lo arrestino il prima possibile. Racconta la seconda ’fidanzata’, già madre di tre figli, divorziata: "Ci siamo visti nel portare i bambini a scuola. Era simpatico, galante. All’inizio mi ha regalato un diamante, dei fiori, una notte in un hotel di lusso. Sembrava appassionato e rispettoso".

Ed è andata così anche con la prima donna, di 43 anni: "L’ho conosciuto nel 2016 e mi sembrava una persona a posto. Siamo stati insieme 4 anni. Poi ha cominciato ad avere sbalzi d’umore violenti perché forse prendeva stupefacenti. Abbiamo aperto un ristorante, sono rimasta incinta ed è nato un figlio ma poi è diventato sempre più aggressivo. L’ho denunciato e sono fuggita con mio figlio piccolissimo protetta dalla polizia". Ma aggiunge: "Marcelli dice bugie in continuazione e chi non lo conosce rischia di crederci. Fino al punto di ottenere da un ufficio pubblico l’indirizzo della struttura protetta dove vivevo con mio figlio. L’ho visto arrivare, entrare e fare il comodo suo con la scusa di parlare col bambino. In realtà ha voluto dimostrare di essere in grado di farmi del male in ogni momento. Ora avverto sempre i carabinieri ogni volta che esco per andare al lavoro e ogni volta che riparto per tornare nella struttura. Ma non credo che verrà preso. Forse è fuggito all’estero. Un’altra cosa: non mi ha mandato nessun biglietto con la scritta ’perdono’. Lo ha fatto molti anni fa dopo che l’avevo lasciato. Non c’entra nulla con tutto quello che è successo dopo. Lui non chiede perdono di niente".

La seconda fidanzata: "Da quando è evaso mi sembra di vederlo ovunque. Ho paura che torni. Io sono sola".

ro.da.