Dieci infermieri residenti nella provincia di Pesaro e Urbino, vaccinati per lavoro a San Marino, non riescono a ottenere il Green pass. Hanno fatto il Pfizer e non il vaccino Sputnik utilizzato durante la campagna di immunizzazione nella Serenissima.
Green pass e parchi divertimento, il grido: "Arrivano disdette, ma garantiamo sicurezza" - Green Pass e Sputnik, la regione Emilia-Romagna chiede chiarezza
Ma per ora poco cambia. Un problema di frontiera, se così si può chiamare, che però non trova risposte al di là del confine. "Si tratta di una situazione incresciosa che si è venuta a creare con la sanità dell’Area Vasta, nello specifico con le sedi di Macerata Feltria e Urbino", spiega una delle infermiere frontaliere che non riesce ad avere la certificazione verde. Per risolvere la situazione martedì 3 agosto le diverse aree vaste della regione avranno un incontro per chiarire le problematiche sollevate dal Green pass, tra cui proprio quella dei vaccinati italiani all’estero.
"Abbiamo fatto Pfizer nel nostro posto di lavoro e siamo, perciò, regolarmente muniti di certificato vaccinale anche se sammarinese – prosegue un’infermiera – Ai nostri colleghi romagnoli è bastato recarsi presso l’ufficio vaccinazioni del proprio distretto per registrarsi e ottenere il Green pass, mentre nelle Marche non è possibile".
Il problema è che nel portale marchigiano i dipendenti dell’Asur, in questi casi, non hanno proprio la possibilità di caricare l’avvenuta vaccinazione. Lo sa bene l’infermiera: "Sono settimane che ci rechiamo di persona, telefoniamo e mandiamo mail, ma tutti si scaricano la palla tra di loro perché pare non abbiano direttive".
La deputata Alessia Morani si è invece interessata al vaccino russo utilizzato dal 90% dei sanmarinesi immunizzati: "Occorre riconoscere il Green pass anche a chi si è vaccinato con Sputnik. Non farlo crea problemi per il turismo, ma non solo. In particolare la nostra provincia è confinante e si segnalano molti disagi per i cittadini che devono spostarsi in Italia".
Nicholas Masetti