
Ieri l’assessore a Petriano ha illustrato il provvedimento della Regione. Restano le responsabilità politiche e quei tre milioni buttati via da Marche Multiservizi.
La parola ‘discarica’ sulla lavagna di Riceci è cancellata. A dare il colpo di spugna definitivo, in anticipo rispetto ai tempi della decisione del Tar sul ricorso di Aurora, è stata la giunta regionale che ha deliberato il vincolo ambientale per l’intera area richiesto dal Comune di Petriano. Il nulla di fatto, tuttavia, non nasconde la ferita ancora aperta che consiste in quei 3 milioni di euro letteralmente buttati nella spazzatura per l’acquisto, da parte di Marche Multiservizi, del 40% di Aurora srl, la società sammarinese che ha firmato i compromessi di acquisto a Riceci versando il 10 o 20 per cento di caparra ai proprietari dei terreni utili per la discarica. Marche Multiservizi, per il 52,85 per cento, è una società a partecipazione pubblica e quindi oltre un milione e mezzo di euro di quell’investimento sono soldi pubblici. Chi sarà chiamato a rispondere per questa emorragia di denaro pubblico speso "a scatola chiusa" per un progetto che non vedrà mai la luce?
Ieri pomeriggio, di fronte a una platea di cittadini di Petriano e dei comuni limitrofi, c’era l’assessore regionale Stefano Aguzzi che, di fianco al sindaco di Petriano Giovanni Angelini, ha illustrato la vicenda. "Da ora si aprono i tre mesi in cui i cittadini potranno proporre osservazioni sul vincolo – ha detto - nei trenta giorni successivi tutte queste osservazioni verranno valutate e ci sarà l’approvazione definitiva. La conclusione dell’iter dovrebbe arrivare entro le ferie estive. Il vincolo, tuttavia, da lunedì 24, è già in vigore". Il primo a cui abbiamo chiesto un parere politico in merito al quesito: "chi restituirà ai cittadini la quota pubblica di quei 3 milioni?", è stato proprio Aguzzi. "Non voglio essere scortese – ha risposto Aguzzi – ma non sono cavoli miei, né della Regione. Chiedetelo a chi lo dovete chiedere, non certo a me". E allora abbiamo contattato il presidente della Provincia Giuseppe Paolini. E il parere chiesto a lui, oltre che politico, è anche sostanziale visto che la Provincia detiene una quota dell’8,62% di Mms. "Quando il vincolo verrà confermato, parlerò con uno studio legale, vedrò come fare per tutelare gli interessi della Provincia, e ne parlerò anche con gli altri sindaci". Abbiamo chiamato anche il sindaco di Pesaro Andrea Biancani (che detiene il 25,51% delle quote). "Io non faccio il magistrato, se c’è qualcosa di non trasparente o di non regolare ci saranno gli organi competenti a fare le verifiche. Se i soldi pubblici sono spesi male non è che il soggetto che fa le indagini sono io". Stessa domanda anche al sindaco Maurizio Gambini del Comune di Urbino (4% delle quote). "Se il progetto non va a buon fine come sembra, questo fa parte di quella componente di rischio che c’è in qualsiasi società, pubblica o privata. Se domattina si ribalta un camion e va giù per il greppo, c’è un danno. Quando fai impresa, che sia capitale pubblico o privato, non è che c’è una differenza".
Antonella Marchionni