DAVIDE EUSEBI
Cronaca

Il valzer delle parrocchie. San Carlo e Cappuccini insieme. Don Fabbrini nel centro storico

Il sacerdote, che avrà al suo fianco don Cernuschi, lascia Loreto a don Brizi. L’arcivescovo Salvucci crea nuove comunità: "Pregate per le vocazioni". Ma c’è crisi.

Il sacerdote, che avrà al suo fianco don Cernuschi, lascia Loreto a don Brizi. L’arcivescovo Salvucci crea nuove comunità: "Pregate per le vocazioni". Ma c’è crisi.

Il sacerdote, che avrà al suo fianco don Cernuschi, lascia Loreto a don Brizi. L’arcivescovo Salvucci crea nuove comunità: "Pregate per le vocazioni". Ma c’è crisi.

Non è un compito facile quello dell’arcivescovo Sandro Salvucci, alle prese con la crisi di vocazioni e con la necessità di riorganizzare la pastorale, cioè l’opera dei pastori, dei sacerdoti, nelle parrocchie pesaresi per fare in modo che "l’ospedale delle anime", come il compianto padre Fabio Ottaviani, già rettore della Santa Casa di Loreto ed ex parroco ai Cappuccini, ribattezzava la parrocchia, sia sempre al servizio della gente. E se prima erano soprattutto i sacerdoti italiani ad andare in missione, ora accade anche il contrario: arrivano preti o frati da altri paesi per prendere servizio nelle nostre parrocchie. Proprio per far fronte alla crisi di vocazioni e alla mancanza di sacerdoti, l’arcivescovo Salvucci ha annunciato "alcune novità che riguardano l’assetto pastorale e i trasferimenti di alcuni presbiteri dell’Arcidiocesi di Pesaro che, previo decreto ufficiale, andranno in vigore nelle settimane successive alla festa del patrono San Terenzio del prossimo 24 settembre 2025".

Dopo la "costituzione delle prime cinque Comunità Pastorali – spiega monsignor Salvucci – avvenuta nell’ottobre 2023, viene completato il riordino dell’assetto pastorale diocesano con la costituzione delle seguenti sette Comunità Pastorali, per un totale di dodici". Ecco cosa accadrà: formeranno una unica comunità pastorale le parrocchie di Santa Maria Assunta (Cattedrale), Sant’Agostino, Santi Cassiano ed Eracliano, Santi Giacomo e Lucia, San Giuseppe, Cristo Re. In pratica tutto il centro storico che sarà affidato alla guida di don Giuseppe Fabbrini che dunque lascerà la parrocchia di Loreto dopo tanti anni. Don Fabbrini prenderà il posto di don Stefano Brizi il quale diventerà parroco moderatore dell’unità pastorale numero 3 (Santa Maria di Loreto e Cristo Risorto) dove arriverà come parroco, da Candelara-Arzilla, don Gianpiero Cernuschi, il quale dunque torna in in centro (aveva ricoperto in passato il ruolo di responsabile alla comunicazione). Parrocchie riunite in una unica comunità (la numero 2) anche al porto (Santa Maria) e a Soria (Sacro cuore) ma con gli stessi sacerdoti attuali (almeno per ora).

San Carlo Borromeo: nell’anno del sessantesimo (8 dicembre 1965) della istituzione della parrocchia con don Guido Vincenzi (di cui ricorreva proprio ieri il quarto anniversario della morte), ora farà comunità con San Francesco d’Assisi (Cappuccini) che proprio 60 anni fa cedeva gran parte di Pantano alla nuova realtà. L’ex parroco di San Carlo don José è già in missione in Cina e potrebbe essere seguito da altri confratelli neocatecumenali, ma da settembre a San Carlo opereranno anche i frati cappuccini coordinati da padre Marzio, alcuni dei quali provenienti dall’Africa. Insomma italiani che vanno ad evangelizzare all’estero e altri che dall’estero vengono in Italia, a testimoniare una fede senza confini.

Costituite anche una quinta Comunità Pastorale con le parrocchie di San Michele Arcangelo (Sant’Angelo in Lizzola), San Pietro in Rosis (Ginestreto), San Michele Arcangelo (Montegaudio), San Sebastiano Martire (Monteciccardo), Santo Stefano (Candelara), Santa Maria dell’Arzilla, San Michele Arcangelo (Novilara), San Giuliano Martire (Trebbiantico), Santi Vito e Modesto (Mombaroccio) e Santa Susanna (Villagrande a Mombaroccio). La sesta nuova comunità pastorale sarà formata dalle parrocchie: Sacra Famiglia di Colombarone, Sant’Andrea Apostolo di Fiorenzuola di Focara, San Cassiano di Granarola di Gradara, S. Giovanni Battista e S. Stefano, S. Sofia di Gradara, S. Michele Arcangelo di Fanano di Gradara, SS.ma Trinità a Case Badioli e Sant’Ermete Martire di Gabicce Monte, Maria SS. Immacolata di Gabicce Mare e Santa Maria Annunziata in Ponte Tavollo. Unite anche le parrochie della periferia, nella comunità numero sette formata da Santa Maria Regina di Borgo S.Maria, San Paterniano di Pozzo Alto, San Lorenzo Martire a Tavullia, San Giovanni Bosco a Osteria Nuova. Comiunità rette in questi anni da don Giorgio Paolini che ora le lascerà per diventare parroco moderatore di Candelara-Arzilla e Castelli, mentre il suo posto sarà preso da don Andrea Marescotti, attuale parroco di S. Angelo in Lizzola-Ginestreto. "Nei prossimi mesi verranno annunciate disposizioni sulle Comunità Pastorali e trasferimenti di altri presbiteri, tali da rispondere come meglio possibile alle esigenze di cura pastorale delle comunità", spiega l’arcivescovo Salvucci che conclude con un appello ai fedeli: "Non manchiamo di pregare il padrone della messe, perché mandi operai nella sua messe! Perché la messe è molta e gli operai sono pochi (cf. Lc 9,37-38). La Vergine Maria interceda per noi e ci aiuti a dire il nostro “Sì” al volere di Dio".

Davide Eusebi