Dopo cinque anni torna su un palco della sua città. Matthew Lee, il pianista e cantante, nato e cresciuto a una manciata di passi dal Conservatorio Rossini, torna infatti domani sera (ore 21), al Teatro Rossini nell’ambito della rassegna “Playlist“ organizzata da Amat e Comune. E’ una rentrée in grande stile per l’eclettico musicista che proprio da Pesaro ha mosso i suoi primi passi nella musica. Dopo un dicembre che lo ha visto grande protagonista con una serie di live di successo fra cui quattro repliche al Blue Note di Milano e poi in Francia, a Montecarlo e a Venezia per il Capodanno, Matthew Lee (al secolo Matteo Orizi), si esibirà assieme alla sua band portando in scena una ventata di energia pura.
Allora Matthew, che effetto le fa tornare ad esibirsi a "casa"? "E che casa… direi un effetto straordinariamente emozionante. Già quando studiavo pianoforte in Conservatorio poter esibirsi al Teatro Rossini era considerato per tutti noi quasi un sogno. Il Rossini è sempre stata un po’ la nostra “Scala“ ed entrarci ora, anche dopo aver suonato in tanti teatri in giro per l’Italia e il mondo, fa ancora un certo effetto".
Parlavamo dei suoi turbolenti studi al Conservatorio. Che cosa farebbe se tornasse indietro? "Penso che non mi farei cacciare come allora. In fondo ora sarebbe più facile anche per un ribelle come me. Oggi nei Conservatori, così come nelle stagioni classiche, sono entrate le contaminazioni, i progetti crossover, il pop, il jazz. Chissà forse ora quegli insegnanti sentendomi suonare il rock ‘n roll, accanto a Chopin, Bach, Listz mi lascerebbero fare. E tornando ad allora e con il famoso senno del poi, mi sento di dire una cosa: avevano ragione loro!".
Le manca molto non aver completato il percorso di studi? "Ho studiato dieci anni pianoforte perché mi piaceva. In Conservatorio mi sono molto concentrato sulla tecnica, sulla velocità. Meno sull’interpretazione, ma a me d’altra parte in quel periodo interessava altra musica. Forse oggi avrei un diploma ma sono contento ugualmente di quel che ho ottenuto".
Veniamo al concerto che cosa proporrà? "Sarà un viaggio attraverso la mia carriera ci saranno i brani che l’hanno accompagnata sin dall’inizio così come i nuovi singoli. Non mancheranno delle cover; insomma il meglio di Matthew, rivisto da Matthew".
Ci saranno anche brani cantati in italiano? "Certamente anche brani miei così come qualche classico. La maggior parte del repertorio è cantata in inglese ma non dimentico mai di essere italiano e quando vado all’estero riarrangio i brani italiani più conosciuti".
Lei da anni oltre ad essere cittadino del mondo vive stabilmente a Milano. Le manca Pesaro? "La mia città è sempre nel cuore ma le confesso che qui mi trovo benissimo. Sono alla periferia di Milano e non ho lo stress di chi ogni giorno deve arrivare in centro. E’ qui che gira tutta la musica italiana e non puoi che stare qui dove ci sono opportunità e hai la possibilità di incontrare e intrecciare collaborazioni".
Dopo il concerto andrà a cena dai suoi genitori? "Certamente anche perché è il compleanno di mia mamma: una felice coincidenza".