Non si esauriscono le polemiche sull’aumento dei costi delle bollette idriche. Michele Felici, ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale che già su queste pagine aveva denunciato l’incremento delle fatture sproporzionato rispetto al servizio offerto da Marche Multiservizi, ci invia una ulteriore nota.
"Da utente che da sempre fa l’autolettura del contatore – scrive Felici – riporto un lampante confronto: bolletta di agosto e settembre 2024 (consumo 33 metri cubi), totale 103,70 euro. Bolletta di ottobre e novembre 2024 (32 metri cubi), totale 167,22 euro. Nella seconda bolletta è riportata la dicitura: “stiamo ricalcolando consumi già fatturati relativi al periodo dal 25.11.23 al 23.09.24 per adeguamenti tariffari“. Marche Multiservizi assicura che gli aumenti per gli anni ’23, ’24 e ’25 sono contenuti all’8% annuo, per cui chi nel 2023 pagava ipoteticamente una bolletta da 100 euro, nel 2024 pagherà 108 euro e nel 2025 pagherà 116,64 euro. La Commissione ha confermato la “limitatezza dei rincari“, specificando che sono dovuti all’inflazione e a lavori in programma. Ignorando il fatto che nessun utente è in grado di decifrare il dettaglio dei calcoli, rimane il fatto che la nostra bolletta dell’acqua è fra le più care d’Italia.
Il Servizio Idrico Integrato deve avere il recupero totale dei costi (full cost recovery), ed è vero anche che la tariffa viene fissata da Arera sulla base dei costi, ma è verissimo che questi dovrebbero essere veri e attinenti al S.I.I. dato che qualche “extra costo“ partecipa in modo consistente a porre la nostra bolletta fra le più care d’Italia. Il referendum del 2011 vietava che la remunerazione del capitale investito partecipasse alla determinazione della tariffa, ma questa spesa è rimasta con la nuova definizione “costo degli oneri finanziari“ e così, a vedere i bilanci della Multiservizi, paghiamo con la bolletta la nuova remunerazione del capitale investito che, per aver cambiato nome, non ha neppure il limite (presente nella vecchia norma) del 7%.
Non è corretto che l’utente paghi la somma che da sempre i Comuni ricevono come compenso per aver dato in gestione il Servizio Idrico Integrato perché questi compensi mai sono stati reimpiegati nel sistema idrico e pertanto queste somme dovrebbero non partecipare alla determinazione della tariffa. Certamente gli investimenti per il mantenimento, potenziamento e allargamento degli impianti debbono partecipare alla determinazione della tariffa, a condizione che risultano effettivamente un costo vero. Invece l’Authority ha fatto remunerare attraverso la bolletta anche i finanziamenti che lo Stato e la Unione Europea ci regalano (soldi a fondo perduto). Il gestore dovrebbe effettuare piuttosto le manutenzioni annuali per fare in modo che tutti gli impianti (che hanno un determinato ciclo di vita) ogni anno vengano rinnovati ed evitare il loro invecchiamento e i rifacimenti straordinari, più esosi".
Conclude Felici: "Tutti noi utenti del Sistema Idrico Integrato abbiamo la necessità di trovare qualcuno che faccia i nostri interessi, che si impegni a far ritornare in proprietà pubblica tutto il sistema e a rivedere le tariffe che, come indicato, possono recuperare tutti i costi veri e rimanere fra le più basse d’Europa: l’Europa, in questo caso, dovrebbe adeguarsi e ridurre le tariffe del suo SII" conclude Michele Felici nella sua nota tecnica particolarmente dettagliata e che non mancherà di suscitare nuove richieste di chiarimento da parte di consumatori e associazioni attente al tema.