REDAZIONE PESARO

Il ritorno dopo 200 anni. La Beata Michelina della scuola di Barocci esposta a Confindustria

Il dipinto arriva dalla Toscana. Una parata di esperti ieri a palazzo Ciacchi

Il dipinto arriva dalla Toscana. Una parata di esperti ieri a palazzo Ciacchi

Il dipinto arriva dalla Toscana. Una parata di esperti ieri a palazzo Ciacchi

A distanza di 200 anni torna in città – è in esposizione a palazzo Ciacchi, sede di Confindustria – una grande pala di altare della scuola di Federico Barocci che ritrae la Beata Michelina, protettrice della città. Torna, questo dipinto, attraverso una strada molto particolare perché era conservato all’interno della tenuta del ‘Castello di Ama’ in Toscana, che è uno dei maggiori e più noti produttori di Chianti. Ieri mattina per la presentazione anche la proprietaria Alessandra Carini che racconta una storia curiosa: "Era in questo grande villone ed ogni tanto ci scattava l’allarme, cosa questa che andava a disturbare due vicini di casa, fra l’altro grandi appassionati di arte. Un giorno sono venuti a casa mia, hanno visto il dipinto e mi hanno detto di mostrarlo a qualche specialista. A quel punto sono arrivata a Luca Baroni che è un grande esperto del Barocci, ed ora eccoci qui".

Una parata ieri mattina per questo evento che gode anche dell’onda lunga della mostra sul grande pittore che si è chiusa poche settimane fa a Urbino. Oltre al presidente di Confindustria Alessandra Baronciani, il direttore Andrea Baroni, Gastone Bertozzini e Salvatore Giordano che hanno dato vita alla sezione cultura degli industriali. Quindi Daniela Tisi, delle attività culturali della Regione, e quindi i due fautori della mostra sul Barocci che si è chiusa qualche settimana fa a Urbino: il direttore e sovrintendente Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini. Per l’amministrazione presente l’assessore Daniele Vimini. Luca Baroni che è stato il filo conduttore di questa storia dice: "Il ritorno a Pesaro della effige della Beata Michelina costituisce una occasione eccezionale per riportare in provincia e a Pesaro il cuore degli studi e delle ricerche sul Barocci. Il ritrovamento di quest’opera permetterà di condurre nuovi studi e approfondimenti e ricerche sulla storia della città, sui suoi artisti e committenti".

Il presidente Baronciani ha sottolineato il fatto "che nell’ambito di Pesaro Capitale della Cultura questo dipinto arricchisce il patrimonio della città", mentre Gastone Bertozzini oltre a sottolineare gli aspetti culturali ha voluito rendere omaggio alla proprietaria per aver messo il dipinto a disposizione della città. La pala che ha una base di 170 centimetri per 250, resterà a Confindustria fino per 4-5 mesi e pare sa stato eseguito per la famiglia Barignani. Ci sono altre copie della protettrice della città, una è ai musei Vaticani e un’altra appartiene ad una vecchia famiglia pesarese che custodisce ora il dipinto a Roma. Tra i particolari di questo quadro anche il fatto che Federico Barocci aveva forti collegamenti con la città anche perché era imparentato con Girolamo Genga, l’uomo del San Domenico e anche e soprattutto di villa Imperiale sul panoramica San Bartolo.

m.g.